Gli espropri per gli alloggi costano mezzo milione

Il Comune condannato a pagare 550mila euro per i suoli acquisiti negli anni ’80 L’ente non si è mai costituito in giudizio. Paolillo: «Individuare i responsabili»

CAPACCIO. Il Comune condannato al pagamento di circa 550mila euro per non aver perfezionato gli indennizzi di esproprio a due dei proprietari di un fondo, dove è stato edificato un complesso residenziale popolare. Si trarra di una cifra che è lievitata nel tempo anche per la mancata costituzione in giudizio dell’Ente. Ieri sera, nel corso del consiglio comunale, la somma è stata riconosciuta come debito fuori bilancio unitamente ad altri 179mila euro richiesti dalla ditta che ha realizzato la pista ciclabile.

La prima vertenza è iniziata negli anni Ottanta quando fu individuato un suolo, in viale della Repubblica, per la costruzione di alloggi popolari realizzati da due cooperative. Il Comune avviò i procedimenti di esproprio, stabilendo la quota a 50mila lire al metro quadrato. L’iter andò avanti e cominciarono a sorgere i primi alloggi. Ma, in base a quanto sostenuto dai due proprietari ricorrenti, gli indennizzi non furono perfezionati. I due proprietari decisero allora di presentare ricorso ottenendo il riconoscimento degli indennizzi dovuti. Una prima sentenza stabilì che il Comune doveva versare a titolo di risarcimento circa 150mila euro. L’Ente però non ritenne necessario costituirsi in giudizio. E così la vertenza è andati avanti fino alla recente sentenza dei giudici della Corte di Appello che hanno condannando il Comune a pagare la somma complessiva di 550.000 euro ai ricorrenti. Soldi che, in consiglio comunale, sono stati riconosciuti come debito fuori bilancio. Contestualmente, il Comune, guidato dal sindaco Italo Voza, ha proceduto ad avviare un ricorso in Cassazione. Sulla vicenda, la Commissione bilancio, presieduta dal consigliere comunale Maurizio Paolillo, ha però avviato delle verifiche interne per ricostruire la vicenda. «Se ci sono dei responsabili per la mancata costituzione in giudizio del Comune – ha affermato Paolillo – devono essere individuati. Purtroppo, siamo costretti a spendere soldi perché le vecchie amministrazioni non hanno avuto l’oculatezza necessaria a seguire determinate vicende».

Un ulteriore debito fuori bilancio, pari a 179.000 euro, è stato riconosciuto durante l’assise consiliare. Riguarda la vertenza avviata dalla ditta “Capretto costruzioni”, che ha ritenuto il Comune responsabile del blocco del cantiere, per diciotto mesi, relativo alla costruzione della pista ciclabile. Un tempo necessario per chiedere tutte le autorizzazioni per procedere con la variante chiesta dal Comune. Tra l’impresa e il Comune è stato sottoscritto un accordo transattivo con un risparmio di diverse centinaia di migliaia di euro.

Angela Sabetta

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