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Gli esperti in coro «Le vasche sono pericolosissime»

Vasca di Casarzano. Non si arrende Emiddio Ventre. Da cittadino e da esperto (lead auditer ambientale, consulente di un ente norvegese) scrive al Ministero dell’Ambiente e alla Regione. Non se la...

Vasca di Casarzano. Non si arrende Emiddio Ventre. Da cittadino e da esperto (lead auditer ambientale, consulente di un ente norvegese) scrive al Ministero dell’Ambiente e alla Regione. Non se la sente di aspettare con le mani in mano il termine del 2 settembre entro cui vanno presentate le osservazioni al progetto.

Chiede di considerare nella Valutazione d’Impatto Ambientale, lo stato di inquinamento del fiume Sarno ed in particolare dei suoi affluenti, Solofrana e Cavaiola; di considerare che la creazione delle vasche di laminazione porterà sicuramente all’inquinamento delle falde e l’ulteriore contaminazione della catena alimentare, il che contribuirà all’aumento delle patologie tumorali nei cittadini dell’Agro; di evitare la costruzione delle vasche di laminazione sul territorio in quanto sovradimensionate rispetto alla portata del fiume; ricostruire tutti gli argini dell’intero percorso del fiume e, caso mai, impermeabilizzare il letto per evitare infiltrazioni di acque inquinate nelle falde; bloccare chi ancora oggi, per illeciti guadagni, sversa abusivamente nel Sarno reflui contaminati. Ventre invoca Ministero e Regione di prendere in considerazione le richieste «per il bene degli abitanti e delle generazioni future. Se tali richieste saranno ignorate, la commissione di approvazione della Via e tutti gli enti preposti ad inviare le loro osservazioni in merito allo stato di fatto in cui si trova il territorio, saranno ritenuti responsabili civilmente e penalmente per i danni che si arrecheranno sulla salute della popolazione presente e futura».

Tutto cio perché «gli elaborati del progetto definitivo pubblicati sul sito dell’Arcadis Campania mancano della Valutazione d’Impatto Ambientale, di dati relativi dei carichi inquinanti presenti nell’acqua del fiume Sarno ed in particolare dei suoi affluenti Solofrana e Cavaiola. Anche nel “Rapporto ambientale preliminare - Fase di scoping” elaborato dall’Arcadis si evidenzia che «nel fiume si continua a scaricare illegalmente e abusivamente sia reflui civili che industriali di natura cancerogena quali cromo, piombo, cadmio, arsenico», riscontrati attraverso i 200 prelievi ed analisi di fanghi del letto». In un Agro che «ha una mortalità per tumori tra le più elevate in Europa, come evidenziato in un rapporto dell’Oms nel 1997 che segnalava nella zona del fiume Sarno «un indice di mortalità per cancro e leucemia superiore del 17% rispetto alle altre zone del mondo». Il 2 aprile 2003 il Senato ha approvato la deliberazione istitutiva della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle cause di inquinamento del fiume Sarno i cui lavori si sono conclusi nel 2006, evidenziando come «la salute della popolazione è sottoposta a pericoli continui e nella zona esiste un tasso di malattie infettive dell’apparato respiratorio e di malattie infettive, con percentuali di carcinoma polmonare che è tra le più alte d’Europa».

Patrizia Sereno

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