Gli alloggi dei Marotta saranno tolti al Comune

È una delle conseguenze dell’indagine che vede coinvolto il sindaco Alfieri E al Municipio di Agropoli si rischia la commissione di accesso agli atti

AGROPOLI. Inchiesta sull’omissione di atti e sottrazione di beni sottoposti a confisca: il Comune rischia di perdere i tre appartamenti del clan Marotta.

L’Agenzia dei beni confiscati alla luce di quanto emerso dalle risultanze delle indagini, quasi sicuramente, avvierà un procedimento per rientrare in possesso dei beni. Il Comune, retto dal sindaco Franco Alfieri, indagato insieme con i due funzionari Biagio Motta e Luisa Amatucci, come risulta dall’informativa, dalla Corte dei Conti per altri immobili che, come quelli confiscati al clan Marotta, non erano stati inseriti nello stato patrimoniale dell’ente. Tra i possibili provvedimenti, che potrebbero scattare a breve, c’è la disposizione di una commissione di accesso agli atti al Comune.

Omissione di atti, sottrazione di beni sottoposti a confisca con l’aggravamento del metodo mafioso: questi i reati contestati ad Alfieri e ai due dirigenti destinatari di un avviso di conclusione delle indagini a firma del procuratore aggiunto Antonio Centore e del sostituto Valleverdina Cassaniello. Il tutto finalizzato ad ottenere maggiore consenso tra la comunità rom. I beni confiscati sono quelli dei Marotta. Questa situazione di inadempienza ed omissione del Comune è emersa dagli accertamenti nell’ambito dell’operazione “Golden hand”, del novembre del 2012 condotti dal Gico di Salerno del nucleo di polizia tributaria, diretto dal tenente colonnello Antonio Mancazzo. Il 5 dicembre, gli appartamenti erano stati sgomberati e consegnati al Comune.

Alfieri «ometteva di sollecitare i funzionari affinché provvedessero tempestivamente agli adempimenti necessari, al fine di dare concreta attuazione ai provvedimenti di destinazione degli immobili», si legge nel dispositivo. Gli immobili, ancora occupati dai Marotta, dovranno essere sottoposti ad un intervento di sgombero attraverso un provvedimento del nucleo di supporto dei beni confiscati. Alfieri e i dirigenti avranno la possibilità di presentare delle memorie difensive o di essere ascoltati prima della fissazione dell’udienza, durante la quale i giudici dovranno decidere se rinviare a giudizio o meno i tre indagati.

Alfieri in merito all’avviso di conclusione di indagine si è detto fiducioso dichiarandosi estraneo ai fatti contestati. I tre appartamenti appartenenti all’organizzazione, capeggiata da Vito Marotta, furono consegnati al Comune nel 2008 da allora, secondo l’accusa, nulla è stato fatto per inserire i beni nel patrimonio comunale e destinarli a fini sociali ma sono rimasti nella disponibilità dei Marotta «ampliando il proprio potere di intimidazione sul territorio».

Angela Sabetta

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