Gli addetti de “La Quiete” incatenati davanti all’Asl

Pellezzano, i dipendenti della struttura non percepiscono lo stipendio da mesi La proprietà della casa di cura ha disertato il vertice convocato in Prefettura

PELLEZZANO. Continua la protesta degli oltre cento dipendenti della casa di cura “La Quiete” di Capezzano e del Ce.di.sa. di Fratte.

I lavoratori, ieri, hanno trascorso l’intera mattinata incatenati davanti alla sede dell’Asl di Salerno, in attesa di essere ricevuti dal direttore generale Antonio Squillante.

Il quale ha fatto sapere che li riceverà nella giornata odierna per discutere della vertenza sulle cinque mensilità arretrate (diventate da qualche giorno sei) che rivendicano gli operatori di corsia che si occupano dell’assistenza a persone che soffrono di disagi mentali.

Dietro ai lavoratori, che erano seduti incatenati davanti all’ingresso dell’Asl, c’era uno striscione sul quale si leggeva «5 mesi senza stipendio. Personale da ricovero: aiuto».

La rabbia dei lavoratori è esplosa martedì scorso, quando all’atteso incontro in Prefettura non si sono presentati la proprietà de “La Quiete” e del Ce.di.sa nella persona di Leonardo Calabrese e gli esponenti dell’Asl Salerno 2 che erano stati invitati dal Prefetto di Salerno al tavolo di concertazione per discutere eventuali soluzioni da trovare per affrontare l’inadempienza retributiva.

Nel pomeriggio di ieri la protesta si è poi trasferita davanti alla sede de “La Quiete” alla frazione Capezzano di Pellezzano, dove i manifestanti si trovano riuniti in un presidio permanente in attesa di risposte concrete. Gli unici che al momento stanno tutelando i diritti dei lavoratori sono i sindacati.

Tra questi il segretario generale provinciale della Cgil Funzione Pubblica Angelo De Angelis, il segretario confederale della Cgil Arturo Sessa, il responsabile provinciale del settore sanitario Angelo Di Giacomo e il segretario generale provinciale della Cisl Pietro Antonacchio.

Sono stati loro, martedì scorso, a presenziare il vertice in Prefettura, dove al termine dell’incontro hanno annunciato uno sciopero generale, che molto probabilmente si terrà tra circa due settimane.

De Angelis, a seguito del disertamento da parte di Calabrese e Squillante, ha utilizzato parole dure nei confronti delle parti coinvolte in questa vicenda.

«L’assenza della proprietà de “La Quiete” e dell’Asl, che hanno disertato la riunione di ieri mattina – aveva dichiarato De Angelis – è stato un atto di vigliaccheria inaudita. Avevamo avvisato le parti in causa che se non si fossero presentate avrebbero dovuto assumersi la responsabilità di eventuali azioni di protesta da parte dei lavoratori, che in questo caso sono stati abbandonati senza fornire nessuna spiegazione e garanzia sul loro futuro».

I lavoratori, martedì scorso, hanno manifestato la loro rabbia provocando un rogo davanti alla sede de “La Quiete”, per spegnere il quale è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco.

E gli stessi dipendenti, pur mostrando un grande senso di responsabilità attraverso un’assistenza costante offerta ai pazienti, hanno confermato di essere pronti a tutto pur di vedersi riconosciuti i loro diritti.

La questione è delicata: sembra, infatti, che la società abbia avuto i soldi dalla Regione ma che questi siano stati pignorati da Equitalia per una esposizione debitoria.

Mario Rinaldi

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