sgomberi a cappelle

Gli abusivi “desistono” ma c’è chi decide di rimanere

È giunto il momento di pensare seriamente al domani per gli abusivi di Cappelle. E la paura di altri scontri con la polizia, il timore che i servizi sociali possano dividere i bambini dalle loro...

È giunto il momento di pensare seriamente al domani per gli abusivi di Cappelle. E la paura di altri scontri con la polizia, il timore che i servizi sociali possano dividere i bambini dalle loro mamme - nel caso in cui queste ultime decidano di persistere in una situazione di illegalità - hanno creato una frattura interna tra quelli che ancora occupano gli alloggi di viale Sant’Agnese. Una parte di loro, infatti, ha deciso di andare via sua sponte e già la prossima settimana molti nuclei familiari libereranno gli appartamenti occupati ormai da anni. A scegliere di percorrere la strada del “quieto vivere” per evitare le scene viste due settimane fa - quando Cappelle si trasformò in un campo di guerriglia urbana - sono state circa 6-7 famiglie che, già da giorni, sono alle prese con scatole da imballaggio e valige. Stefania Villani, trentenne con due figli a carico, è una di quelle che ha scelto di lasciare pacificamente la “sua” casa. Non ha però accettato il contributo offerto dall’amministrazione per una sistemazione alloggiativa autonoma e spera, quindi, di riuscire a rientrare, prima o poi, nella graduatoria degli assegnatari di alloggi comunali, «anche se la vedo difficile - afferma - visto che io, attualmente, non ho i requisiti richiesti». Genny Molinaro, ragazza madre con due minori in casa, ha invece deciso di rimanere, sfidando l’amministrazione perchè, dice, «noi non stiamo togliendo la casa a nessuno. Gli appartamenti che abbiamo occupato erano vuoti da anni perchè nessuno li voleva. E non per questo dobbiamo essere definiti o trattati come teppisti o delinquenti. Ci siamo presi ciò che era incustodito». Commettendo, però, un reato, meglio precisarlo. «Siamo intenzionati ad andare fino in fondo anche noi - afferma la signora Genny, citando le parole del sindaco De Luca - perchè se la legge va ripristinata, allora si deve fare chiarezza su tutte quelle occupazioni “silenziose” che persistono in città o sulle discutibili metodologie con cui sono state assegnate le case in passato. Solo allora la legge potrà essere davvero rispettata».

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