L'EMERGENZA RIFIUTI

Gli abitanti di Cupa Siglia in stato d'allerta"Il termovalorizzatore? Confrontiamoci"

Termovalorizzatore a Salerno: prime reazioni sul sito che verrà realizzato all'esterno della zona Asi. Il comitato di Fuorni vigila sulla situazione

«Davvero vogliono portare qui, a Cupa Siglia, il termovalorizzatore. Ma ci vogliono riempire di immondizia...». A Fuorni la voce del popolo fa il giro dei salumieri, piccole botteghe, ma arriva anche all’Ufficio Postale, al confine con i territori di Pontecagnano, San Cipriano Picentino, Giffoni Valle Piana. Perché Cupa Siglia, candidata assai probabile ad ospitare l’impianto di termovalorizzazione salernitano, è un po’ al centro di un triangolo di comuni, e di interessi. Termovalorizzatore. A Fuorni non si parla d’altro, guardando verso il nuovo cementificio, a meno di un chilometro dal nucleo centrale di abitazioni. «Tra Sardone e il termovalorizzatore siamo nell’immondizia. Questi politici ci stanno trascurando troppo».
E’ questa l’opinione di Giovanna Falcone, residente a Fuorni. Come lei la pensano decine di abitanti del quartiere alla periferia ad est della città. Molti di loro vivono e ci lavorano. Ci sono ristoranti, officine, edicolanti, qualche salumeria. «La situazione non è agevole - dice Carmine Merola - titolare di un’agenzia di viaggi. Offro servizi a tutti i picentini ma trovo tante difficoltà nelle ore serali, quando Fuorni diventa terra di nessuno. Cosa penso del termovalorizzatore? Che bisogna andarci cauti, esaminare i progetti, verificare l’impatto ambientale. Il fatto che Cupa Siglia sia zona di case sparse non significa che non ci abiti nessuno o, peggio ancora, che quelle poche centinaia che abitano nella zona siano cittadini di serie B. Se a Cupa Siglia c’è il cementificio e qualche marciapiede sgangherato, a pochi passi, meno di un chilometri, sorge, invece, il centro abitato. Il termovalorizzatore, se viene accolto, deve dare garanzie, produrre ricchezza, utilità. Se per avere tutto questo si mette a rischio la salute della gente, il termovalorizzatore possono tenerselo». Per ora il parroco di Fuorni, don Lorenzo Gallo, non ha preso posizione ufficiale. La parrocchia è, però, cuore della vita non solo religiosa ma anche pubblica del quartiere e ieri sera più di qualcuno s’è attardato a discutere della novità. Ha chiesto informazioni. L’ha fatto rivolgendosi anche al presidente del comitato di quartiere, l’avvocato Bruno Di Nesta. «Ho ricevuto tantissime telefonate, qualcuno è venuto anche al mio studio allarmato. Ho trascorso la giornata a spiegare che nulla ancora è stato deciso», ha chiarito il reggente del comitato. A Fuorni, San Cipriano Picentino, la prima parte di Pontecagnano e Campigliano - il raggio d’azione di Cupa Siglia e del futuro eventuale impianto di termovalorizzazione - non tutti l’hanno presa bene. Pare che nel pomeriggio di ieri qualcuno per protesta ed a scopo dimostrativo abbia cominciato a girare con la mascherina. Intanto il presidente del Comitato di quartiere convocherà immediatamente tutto il direttivo composto da dieci persone e si è già affrettato a chiarire ai cittadini di Fuorni che l’incontro con il sindaco De Luca per parlargli dei problemi del quartiere sarà tenuto a brevissimo. «Era già previsto che ci incontrassimo tra il 20 ed il 30 gennaio - ha spiegato Di Nesta - E’ naturale che il primo argomento all’ordine del giorno sarà l’ipotesi di installazione del termovalorizzatore». Ipotesi che Di Nesta commenta così: «Non ci va di essere aprioristicamente contrari solo per generare allarmismo e strumentalizzazioni. Aggiungiamo, però, a scanso di equivoci, che non lo accetteremo supinamente. Vogliamo sapere, conoscere, capire. Vogliamo verificarne la compatibilità scientifica, tecnologica e ambientale. E poi avanzeremo i nostri dubbi. Abbiamo già una serie di domande da porre. I politici sanno che il termovalorizzatore sorgerebbe a meno di un chilometro dal centro abitato? Sanno che in questa zona a breve ci sarà un ingolfamento di 600-700 appartamenti, credo proprio in quell’area o comunque nelle immediate vicinanze? Cosa avremo in cambio, in termini di riqualificazione del territorio? Dove sono finiti gli interventi di recupero di Fuorni? Questo quartiere non fa già abbastanza, visto che se Salerno è pulita lo deve all’impianto di Ostaglio? Nessuna barricata per ora perché non ce n’è motivo e nessuno ha ufficializzato alcunché. Però ci pensino bene e soprattutto verifichino la fattibilità. Se non c’è fattibilità, anzi permangono pericoli di impatto ambientale, allora ci faremo sentire».
Pasquale Tallarino