Giuseppina e Raphaelle pronte al "sì" in Francia

Nozze gay per le docenti dell'ateneo salernitano mamme di due bambini

"Volevamo sposarci in Italia, dove abitiamo da 23 anni, ma qui non si può, ora possiamo farlo in Francia e celebreremo il matrimonio il 5 ottobre a Lille, dove siamo nate e dove ci siamo conosciute al liceo". La voce è quella di Giuseppina La Delfa (foto), 50 anni, italo-francese. Lei e la sua compagna francese Raphaelle, entrambe insegnanti madrelingua all'Università di Salerno, stanno insieme da 31 anni: hanno aspettato finora che diventasse legittimo anche in Italia il matrimonio fra persone dello stesso sesso, ma si è decisa prima la nazione cugina e hanno scelto di farlo Oltralpe. "Mia madre - commenta - è molto contenta di sposare la sua quarta figlia, anche lei lo aspettava da molto tempo. Anche se forse - aggiunge ridendo - si aspettava qualcos'altro... I miei genitori sono di origine siciliana". Giuseppina e Raphaelle sono entrambe madri: la prima ha partorito Lisa Marie dieci anni fa, la seconda il piccolo Andrea che ora ha un anno, generati entrambi con la procreazione medicalmente assistita. "Per la legge italiana - spiega Giuseppina, presidente dell'associazione Famiglie Arcobaleno che raccoglie 300 famiglie con genitori omosessuali - siamo madri single. Ma non è vero: siamo una coppia che ha scelto consapevolmente di aver figli". Molto contenta della decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti (abrogata la legge che impediva il riconoscimento federale delle nozze gay celebrate nei 12 stati che lo consentono), Giuseppina sospira quando le si parla del desiderio di vedere riconosciuto anche in Italia il matrimonio fra persone dello stesso sesso: "Io e Raphaelle siamo una famiglia e con i bambini essere sposate è importantissimo. Se non fosse per i diritti mancati, in Italia staremmo molto bene. In Francia ora è possibile l'adozione reciproca e appena sposate cominceremo le pratiche per vederci riconosciuto, a entrambe, il diritto di essere genitori sia di Lisa che di Andrea". Tra i tanti che sono andati all'estero per il matrimonio, c'è anche il senatore Sergio Lo Giudice, che nel 2011 sposò Michele a Oslo (Norvegia). Oggi esulta per la decisione della Corte Usa: "modifica la definizione costituzionale di matrimonio, aprendola alle coppie gay e lesbiche". Un parere condiviso da Marco Gattuso, giudice del Tribunale civile di Bologna, da tempo in attesa del matrimonio omosessuale in Italia, tanto da gestire con altri magistrati e avvocati l'associazione dedicata all'articolo 29 della Costituzione che riconosce la famiglia 'naturalè fondata sul matrimonio. "Adesso - è l'auspicio del senatore - si abolisca presto anche in Italia l'anacronistico divieto al matrimonio fra persone dello stesso sesso". Un auspicio che poggia sul proprio Ddl Norme contro la discriminazione matrimoniale, in commissione Giustizia dalla prossima settimana.