Giudici e avvocati siglano la tregua

Documento unitario per lo svolgimento delle udienze Dal presidente del Tribunale tre direttive su spazi e orari

Penalisti e magistrati siglano la tregua. Ieri mattina l’assemblea della Camera penale ha deciso di apporre anche la firma degli avvocati al documento già sottoscritto dal presidente del Tribunale Giovanni Pentagallo, che con quel testo s’impegna a emanare in tempi brevi nuove direttive sullo svolgimento delle udienze e a promuovere un tavolo di concertazione per regolamentare l’accesso alle cancellerie. Non è bastato a far revocare lo sciopero, che continuerà fino a mercoledì, ma segna un passo avanti nei rapporti tra l’avvocatura e i vertici del palazzo di giustizia. «I tempi per un’eventuale revoca non ci sono – ha spiegato il presidente della Camera penale, Michele Sarno – In base alle norme dovremmo deciderla con cinque giorni di anticipo e arriveremmo così all’ultimo giorno di astensione, quando ormai il passo indietro non avrebbe più senso. Esprimiamo però il nostro plauso alla sensibilità dimostrata dal presidente del Tribunale nell’accogliere le nostre istanze, sollecitiamo uno svolgimento rapidissimo dei tavoli di concertazione e ci riconvochiamo sin d’ora per il 31 marzo, quando verificheremo se le linee guida della presidenza troveranno concreta attuazione». Lo snodo della vertenza è proprio qui, nella trasposizione delle dichiarazioni d’intenti dalla carta alle aule, perché già in passato è accaduto che protocolli di udienza siano stati disattesi. «Stavolta segnaleremo ogni caso anomalo» annuncia Sarno. Che da Pentagallo ha intanto ottenuto, nero su bianco, il monito ai giudici monocratici per il rispetto del tetto di 35 processi a udienza, attualmente sforato fino cinquanta. Nello stesso documento il numero uno del palazzo di giustizia annuncia l’emanazione di tre direttive: per ribadire la soglia dei 35 processi a ruolo, abbassarla a 20 per quelli da svolgere nell’angusta aula H, e richiamare al rispetto dell’orario di inizio delle udienze, previsto per le 9. Inoltre si inviteranno i giudici a fissare, almeno per i processi da trattare, orari differenziati, così da evitare che le parti aspettino per l’intera mattinata e magari fino al pomeriggio.

Il testo che segna la tregua è frutto di un incontro tra Pentagallo, Sarno, e i giudici presidenti delle sezioni. «È il massimo che Pentagallo poteva fare – ha chiosato in assemblea l’avvocato Cecchino Cacciatore – in un contesto salernitano che, tuttavia, resta ottocentesco». Per la burocrazia nelle copie degli atti, ad esempio. E da affrontare restano anche altre questioni, come la situazione di stallo creatisi nei ruoli di alcuni giudici (trasferiti ad altri tribunali o funzioni) con rinvii che già adesso arrivano al 2018. «Si sta creando – ha sottolineato l’avvocato Agostino Allegro – un’ingiustificata disparità di trattamento tabellare». Osservazioni che rendono chiaro come il percorso, verso una riorganizzazione del servizio giustizia, sia solo all’inizio. Nell’accordo si annuncia l’istituzione di due tavoli di confronto: uno composto da magistrati e avvocati, per l’aggiornamento del protocollo che disciplina lo svolgimento delle udienze; l’altro allargato anche ai responsabili delle cancellerie, per decidere insieme una nuova regolamentazione degli accessi agli uffici, che superi l’attuale sistema dei numeri ritenuto dai legali inconciliabile con la partecipazione ai processi. Ieri la Camera penale, con il sostegno del Consiglio dell’ordine forense rappresentato in assemblea dall’avvocato Francesco Rizzo, ha annunciato la stesura di un nuovo documento in cui si chiederà di sospendere ad horas il metodo di numerazione automatica, finché al tavolo non si sia raggiunto un accordo su nuove regole.

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