Scuola

Gita negata alla bimba autistica, la scuola: «I genitori sapevano»

Sul web la t-shirt di solidarietà per la piccola Camilla. I vertici dell’Istituto di Omignano si difendono «L’insegnante di sostegno aveva informato la mamma di quel viaggio». Papà Maurizio: «Non è vero»

OMIGNANO. “Io sono autistico e sto con Camilla e Giulio”: questa la frase impressa su una maglietta apparsa sui social ieri mattina e condivisa da centinaia di persone, all’indomani dell’episodio che ha visto protagonista Camilla, la bambina autistica che – denunciano i genitori – sarebbe stata esclusa dalla gita scolastica insieme con i compagni. «Siamo sgomenti per l’atteggiamento dei genitori della piccola» afferma Geraldo Antinolfi, collaboratore della preside Maria Grazia De Rosa (al momento fuori sede) dell’Istituto comprensivo “Da Vinci” di Omignano. «Il nostro istituto – dice Antinolfi – si è sempre distinto per una particolare attenzione e sensibilità nei confronti dei bambini con disabilità, e lo dimostra il fatto che in altre occasioni sono stati proprio i genitori di bambini con difficoltà, pur residenti in altri comuni con proprie scuole, a scegliere di iscriverli da noi. E infatti, fin dall’età di due anni e mezzo, Camilla ha frequentato la scuola dell’infanzia di Omignano Scalo che aveva scelto percorsi educativi mirati alla piena e consapevole inclusione».

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Sebbene il papà della bambina, Maurizio, sostenga che né lui né la moglie erano al corrente della visita d’istruzione allo “Zoo Marine” di Torvaianica, programmata per il 27 aprile, la scuola nega tutto: «L’insegnante di sostegno – continua Antinolfi – aveva provveduto a informare la madre della bambina non solo mediante una comunicazione scritta, ma anche direttamente e personalmente nella settimana precedente il viaggio programmato». «Non ho trovato nessun foglietto e nessuna comunicazione nello zainetto di mia figlia – sostiene invece Maurizio, papà di Camilla – Io e mia moglie controlliamo sempre, ma sono certo che non c’era nulla che potesse informarci della gita».

Della classe di cui fa parte Camilla, costituita da 13 alunni, solo cinque – fra cui anche uno disabile – avrebbero preso parte alla gita; gli altri, invece, sarebbero rimasti a casa per evitare di finire in altre classi. L’insegnante di sostegno – affermano dalla Da Vinci – in regolare servizio il giorno dell’accaduto, ha accolto la bambina e l’ha portata in un’altra classe, dove è stata seguita fino alle 12.30. «Non è la prima volta che a scuola si verificano episodi simili – continua il padre di Camilla – Una ventina di giorni fa un altro bambino con lo stesso problema di mia figlia si è ritrovato in una classe lasciata vuota dai compagni che erano andati in viaggio d’istruzione».

«Quella mia e di mia moglie è una battaglia che dura oramai da sei anni – conclude Maurizio – Mia figlia ha cambiato cinque insegnanti di sostegno in un solo anno e mi chiedo come si fa a crescere in questo modo».

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