Giovanni Citarella vuota il sacco e svela il “sistema”

È durato dieci ore l’interrogatorio del costruttore nocerino Il verbale potrebbe ora creare un terremoto politico

SALERNO. E’ probabilmente soltanto il primo di una lunga serie di interrogatori. Difficilmente, però, ce ne saranno di più lunghi, di più articolati, di più sconvolgenti.

Perché il costruttore nocerino Giovanni Citarella ieri mattina è entrato al tribunale di Salerno poco prima delle 11 e ne è uscito dopo le 20. Per quasi dieci ore, assistito dal suo legale di fiducia, l’avvocato Michele Sarno, è stato seduto dinnanzi al pm della Dda Rosa Volpe. Ha svelato l’intero sistema degli appalti pilotati a Salerno. Ha fatto nomi, ha spiegato circostanze, ha chiarito accuse, ne ha negato altre. E’ tutto racchiuso in un lungo verbale subito fatto secretare dal magistrato. Pagine che ora fanno tremare i politici salernitani. Perché è questo l’aspetto più scottante che potrebbe emergere da quegli atti.

L’avvocato di Citarella si cela dietro un laconico “no comment” quando, esausto, mette piede all’esterno del Palazzo di Giustizia. Nessuno parla. È di certo una delle fasi più delicate dell’inchiesta “Due Torri” della Dda che ha permesso di svelare il «sistema criminale», così come lo definì il procuratore capo Franco Roberti, che ha consentito per quasi un decennio a una ristretta cerchia di imprenditori di accaparrarsi tutti gli appalti pubblici del territorio provinciale. Non solo banditi dalla Provincia, grazie ai favori dei due funzionari finiti in carcere e di altri già indagati; ma di tanti altri Comuni in cui i cugini Rino e Giovanni, così come il costruttore Luigi Di Sarli, avevano le porte aperte.

Ma forse ora stiamo parlando di un’altra inchiesta. Perché l’indagine dei Ros – che cristallizza le accuse fino all’anno 2008 – può dirsi praticamente chiusa. Già di fronte al gip Gaetano Sgroia, che l’altra settimana ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, tutti gli indagati – ad eccezione di pochi, tra cui proprio i funzionari della Provincia – hanno ammesso le loro colpe, hanno accusato gli altri. E’ un’indagine chiusa, perché già nel 2008 i Citarella ammisero tutto. Che senso avrebbe allora proseguire nel cercare rispetto a quel periodo storico prove che sembrano già così certe? C’è, invece, l’impressione che da ieri si sia aperto ufficialmente un altro filone dell’indagine; e che probabilmente abbia già toccato il “secondo livello”, quello che coinvolge il mondo dei politici. La domanda è stata posta a tutti gli indagati già la scorsa settimana. Ed è verosimile che sia stata fatta anche ieri a Citarella. Ed è altrettanto verosimile che lui abbia anche potuto dare una risposta. C’erano contatti con i politici? Loro sapevano? Cosa hanno ricevuto in cambio?

Quelle dieci ore di interrogatorio segnano un punto di non ritorno. Citarella si è dimostrato collaborativo, ha chiesto di essere ascoltato nuovamente a tre giorni di distanza. E’ un uomo che nasconde molti segreti. E che può creare un terremoto giudiziario e politico. Il patron della Nocerina Calcio per ora resta in carcere, ma la sua posizione a questo punto potrebbe cambiare già nelle prossime ore.

Dietro le sbarre, in attesa del Riesame, restano anche suo cugino Gennaro, detto “Rino”, i due dipendenti della Provincia Raffaele Orefice e Franco Pio De Luca , l’imprenditore di Capaccio Giuseppe Ruggiero, il costruttore di Teggiano Luigi Di Sarli, l’ex consigliere comunale di Nocera Inferiore Federico Spinelli, Giovanni Botta di Palomonte e Emanuele Zangari di Piaggine. Ai domiciliari, invece, Rosario Cozzolino, Alessandro Piccolo, Carmine Ruggiero, Eduardo Sale e Diana Capretto.

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