«Giorgina sarà seppellita» Le autorità si scuotono 

L’anziana di origini triestine è morta un anno fa, da allora è all’obitorio del Ruggi Il direttore generale dell’Azienda ospedaliera ha sollecitato gli organi competenti

Un anno intero di oblio. Dimenticata in una cella frigorifera dell’ospedale Ruggi d’Aragona. Poi, dal momento in cui la sua storia di abbandono è emersa, sono bastate poche ore per comprendere in quale maglia della rete burocratica fosse finita la vicenda della signora Giorgina Ciscot e per sbrogliare – finalmente – quel nodo che impediva la sua degna sepoltura. La signora è morta quasi a 90 anni, il 19 gennaio del 2017. Era nata il 25 aprile del 1928 a Trieste, da dove era fuggita dopo la seconda guerra mondiale. Si era stabilita a Salerno dove trovò accoglienza come rifugiata e, da anziana, viveva sola in una casa popolare in via Picarielli dove ogni tanto arrivava una signora per darle una mano con le faccende domestiche e con i pasti quotidiani. Una vita semplice, condotta con il garbo e il piglio di chi arriva dal Nord, dalla guerra e dalla frontiera.
Il decesso, secondo quanto appurarono i medici, era avvenuto per cause naturali e la polizia si mise subito in moto con le indagini per cercare se ci fosse qualche parente o chiunque avesse un legame con lei al quale comunicare la notizia e al quale affidare i beni della signora. Le indagini portarono a un nulla di fatto, secondo i riscontri della polizia non c’è proprio più nessuno che conservi la sua memoria o che abbia una qualche, anche lontana, parentela. La signora era stata spostata non si sa per quanti anni, ma era rimasta vedova. Lei e il marito non ebbero figli e l’unica parente che è emerso avesse la signora Giorgina, era una sorella, forse rimasta a Trieste, morta anche lei. Anche i vicini di casa provarono a cercare informazioni sul suo passato, ma eccetto la signora che le dava una mano con le faccende domestiche, non c’era traccia di altre presenze nella sua vita.
Il tempo, poi, è passato, quei pochi che la conoscevano si sono dimenticati della vecchina di origini triestine e nessuno si è mai più domandato quale destino avesse avuto la sua salma che, invece, è rimasta abbandonata all’obitorio. Senza che nessuno si preoccupasse di renderle un ultimo segno di rispetto e di pietà umana, come è prescritto che accada in particolar modo in casi in cui il defunto sia particolarmente indigente, oppure solo al mondo, o, ancora, non identificabile. La signora Giorgina, però, non resterà lì ancora per molto, perché il direttore generale, Giuseppe Longo ha sollecitato nuovamente tutti gli organi competenti e, entro la prossima settimana, sarà tumulata con l’intervento dell’Azienda ospedaliera, del Comune e della Prefettura. Dalla direzione generale del Ruggi, inoltre, precisano che tutti gli adempimenti erano stati compiuti e tutte le componenti hanno fatto il loro percorso.
Ad avere reso ancor più lento l’iter procedurale sarebbe stato un elemento ulteriore dettato dal fatto che la signora Giorgina avesse messo da parte un gruzzoletto conservato su un conto corrente e su un libretto postale. Soldi che, probabilmente, aveva risparmiato durante tutta una vita e che – in parte – avrà immaginato di destinare al suo funerale, sapendo di essere rimasta ormai sola al mondo. E che, per la parte rimanente, saranno nella disponibilità pubblica. Prassi resa ancora più lenta dalla necessità, oltre che di nominare un curatore dei beni della defunta, anche di accedere nel suo appartamento.
A quanto pare, però, tutti questi aspetti previsti dalla legge in questi casi sarebbero stati adempiuti e mancherebbe solo l’atto formale di seppellire la povera signora in cerca di requie. All’ufficio Servizi sociali, dove c’è stato un recente cambio al vertice e il nuovo direttore sta ancora chiudendo i fascicoli in sospeso, si stanno recuperando ulteriori elementi e riscontri e poi si potrà procedere definitivamente a superare anche gli ultimi cavilli e a rendere degna sepoltura alla signora Giorgina. Finora, infatti, nessuno si era preoccupato di chiedere che fine avesse fatto e, negli uffici comunali si era persa contezza del fatto che, una volta espletate tutte le procedure e appurato l’esito delle indagini, bisognava solo compiere l’atto conclusivo. Nelle operazioni è stata coinvolta anche la Prefettura di Salerno che tenterà, in collaborazione con quella di Trieste di rintracciare qualcuno che possa avere legami, anche di lontana parentela, con la signora Giorgina.
Eleonora Tedesco
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