Gioco d’azzardo e cocaina: il business del clan a Salerno

Il pentito Iannone rivela gli affari di Villacaro e D’Andrea. Una bisca nella zona industriale in un negozio di manichini

È finito ieri l’esame del collaboratore di giustizia Dario Iannone – chiamato a deporre per l’omicidio di Donato Stellato e sugli affari del clan Villacaro-D’Andrea – da parte della pubblica accusa. Il sostituto procuratore della Dda di Salerno, Rosa Volpe, ha incalzato il “pentito” con domande su armi e ruoli dei componenti dei clan. Iannone ha riferito di un colloquio con Ciro De Simone al quale, in gergo delinquenziale, gli chiese: “Stai accavallato?”. De Simone gli rispose di sì, lasciando intendere di avere una pistola. Di che tipo e di che calibro Iannone ha riferito di non saperlo.

Al pm Volpe ha spiegato di ricordare il particolare di De Simone perché avevano intenzioni di mettere in atto delle rapine mentre ha dedotto che Giovanni Zullo e Vincenzo D’Andrea avevano delle armi perché furono arrestati per una rapina. Su questo punto le difese (tra gli altri Massimo Torre, Paolo Toscano e Luigi Gargiulo) sono pronti a controbattere in sede di controesame previsto per la prossima settimana dinanzi alla Corte di Assise. Sui legami tra Salvini e i clan dell’Agro, invece, Iannone ha riferito ai giudici di averlo appreso mentre era in carcere.

Nella sua collaborazione con la Procura antimafia Iannone ha ricostruito la mappa della droga e del gioco d’azzardo in città. All’udienza di ieri ha ricordato di una bisca organizzata a Fuorni in un negozio di manichini. Nei verbali delle sue deposizioni Iannone, chiamato a deporre al processo sull’omicidio di Donato Stellato e gli affari del clan Villacaro-D’Andrea, ha ricostruito i ruoli di vertici del clan.

«Ciro Villacaro e Vincenzo D’Andrea rivestivano un ruolo apicale all’interno del gruppo e quando parlavano loro nessuno osava controbattere». Sul traffico di droga e il gioco d’azzardo, quelli che Iannone chiama il “business”, sempre nei verbali rivela che «Io e Ciro De Simone (anche lui collaboratore di giustizia ndc) abbiamo sempre avuto la passione comune del gioco d’azzardo, praticandolo con somme elevate». Agli inquirenti ha indicato i luoghi: il circolo nei pressi del Corso, il locale a Torrione, il pub a Pastena.

Un’analoga ricostruzione riguarda i locali pubblici preferiti per lo spaccio di cocaina, anche in questo caso sia in centro che nella zona orientale. Iannone, sia alla Procura antimafia sia ieri ai giudici, ha analizzato un po’ le figure criminali: dall’ex guardia giurata Matteo Giordano, accusato di un furto milionario, alle nuove leve. «I ragazzi più giovani sono più affidabili ed hanno più entusiasmo», ha detto in udienza. Lunedì prossimo si replica con il controesame.