Giochi di ruolo e social: è sos sindromi dissociative a Salerno

Cresce il numero dei genitori di adolescenti che si rivolgono agli ex Sert. Trecento pazienti in dodici mesi: più di 60 non raggiungono i 25 anni

SALERNO. Trance dissociativa da videoterminale. Questo lo spettro che si aggira tra le famiglie, quelle in cui ormai è consuetudine comunicare via whatsapp, quelle in cui i figli vengono lasciati ore davanti alle consolle che offrono loro la possibilità di essere altro da se stessi senza sforzi, quelle in cui Facebook, e tutte le propaggini dei social, sono arrivati a sostituire la vita vera, a surrogare la realtà.

A lanciare l’allarme è Antonietta Grandinetti, responsabile dell’Unità operativa dipendenze di Salerno, il nuovo nome assunto dai Sert, che fino a qualche anno fa si limitavano ad accogliere e a seguire con terapie farmacologiche ad hoc i tossicodipendenti, da eroina principalmente. Ma dove ora, con il moltiplicarsi delle dipendenze favorite da vuoti incolmabili, arrivano pazienti di tutte le età, provenienti da contesti socio-culturali per nulla degradati, persone “normali” che fanno addirittura fatica a riconoscere in quella che assumono quotidianamente e in maniera massiva una vera e propria droga.

Sono i nostri adolescenti per i quali sballarsi “solo” il sabato sera non rappresenta un rischio; sono i fumatori di hashish e marijuana che reputano normale svuotare le sigarette di tabacco, che già provoca dipendenza, per unirlo a sostanze stupefacenti; sono i giocatori di poker, di slot machine e di gratta e vinci o - ed è questo il fenomeno più inquietante e insorgente - i ragazzini che passano le loro giornate davanti al pc a vestire i panni virtuali dei protagonisti dei giochi di ruolo, i quali, col tempo, cominciano a presentare uno stato alterato della coscienza, quella che in letteratura scientifica viene appunto chiamata dissociazione.

«Nell’ultimo periodo ho notato che mio figlio si assenta spesso pur essendo fisicamente presente - questa la frase, che trasuda forte preoccupazione, che la dottoressa Grandinetti, nell’ultimo periodo, ha sentito più volte provenire dalla bocca di mamme di figli adolescenti o addirittura pre-adolescenti nei colloqui informali che spesso tiene nelle scuole - vedo in lui una chiusura comportamentale, un’alterazione della percezione del sè, un’aggressività e un umore che cambia di continuo senza motivo. Devo preoccuparmi?».

Si, le mamme, o i papà, che riescono a notare queste mutazioni in quei figli definiti per convenzione “nativi digitali”, devono preoccuparsi e correre ai ripari, perchè quelli elencati sono sintomi del tutto simili a quelli registrati nelle persone dipendenti da droga, alcol o gioco d’azzardo. All’Unità operativa dipendenze dell'Asl di Salerno si stanno già attrezzando per fronteggiare questa emergenza: «Nell’ultimo anno sono stati in trecento i nostri nuovi assistiti - racconta la responsabile del centro di via Allende - 14 quelli di età compresa tra i 20 e i 24 anni, 39 quelli nella fascia tra i 25 e i 29 anni, 8 i minori. Il motivo principale per cui vengono da noi è l’assunzione di cannabinoidi, ma la dissociazione da videoterminale sta prendendo sempre più piede, come forma di dipendenza, tra quei giovanissimi che hanno problemi di socializzazione, i genitori ne stanno prendendo consapevolezza solo ora: i loro ragazzi non usano droghe, non bevono ma si rifugiano nei giochi di ruolo, pratica che permette di sentirsi parte di un gruppo anche se solo virtualmente ma che provoca uno straniamento dalla realtà e che, se presa sotto gamba, può portare alla dissociazione patologica».

©RIPRODUZIONE RISERVATA