Giancappetti, papillon rosa per l’ultimo viaggio

Ieri a Bivio Pratole i funerali del ceramista. Sulla bara il mantello bianco con la croce di Gerusalemme

MONTECORVINO PUGLIANO. Un signore che è tornato a casa, dal suo Signore, da vero credente. Papillon rosa, smoking scuro e l’inseparabile bastone da passeggio per l’ultimo viaggio di un gentiluomo. In tanti hanno ravvisato nell’eleganza di modi, nella gentilezza, in una raffinatezza cercata nell’arte come nella vita, i tratti distintivi dell’artista Giancappetti. Per i suoi funerali ieri mattina si è radunata una gran folla nella chiesa dei santi Giuseppe e Vito di Bivio Pratole. Sulla bara di Giovanni Cappetti - questo il nome all’anagrafe del grande ceramista che era nato a Salerno 85 anni fa – il mantello bianco con la croce rossa di Gerusalemme, l’abito dell’ordine equestre del Santo Sepolcro, di cui faceva parte. Quattro cavalieri in piedi hanno “scortato” per tutto il tempo la bara con il picchetto d’onore. Ai piedi dell’altare anche lo stendardo del Rotary Salerno Est, di cui era stato presidente. Il rito funebre è stato presieduto da padre Benedetto Fulgione e concelebrato da una dozzina di sacerdoti. Al termine della messa, un commovente saluto è stato formulato da Alfonso Andria, che gli ha dedicato una poesia di Giorgio Caproni e ha citato le parole di un’intervista rilasciata da Giancappetti al nostro quotidiano: «C’è una sintesi del suo lavoro artistico – ha detto Andria – in quel ricercare, fino alle sfumature più impercettibili, i veri colori del mare che aveva conosciuto per tutta la vita». Già dalla sera prima, la vicina casa-atelier dell’artista a Pagliarone, è stata meta di un lungo via vai di persone. Ai messaggi di cordoglio del sindaco Vincenzo De Luca e del presidente della Provincia, Antonio Iannone, si è aggiunta la presenza di tanti che – avendo conosciuto e apprezzato le doti artistiche ed umane di Giovanni Cappetti – si sono voluti stringere ai cinque figli: Monica, Nicola, Angela, e gli ultimi due Paolo e Mariagrazia, che continueranno l’attività artistica delle ceramiche Giancappetti. Solo per citare alcuni dei presenti ieri mattina: Ernesto Sica, Barbara Cussino, Matilde Romito, Aniello Tesauro, Tonia Willburger, Pietro Amos, Franco Raimondi, Eugenio Siniscalchi, Teresa Salsano, Pasquale Liguori, Guido Milanese, Peppe e Francesca Blasi, Eduardo Scotti, Vittorio Salemme, Ruggiero Bignardi, Enzo Tafuri, Marino Cogliani, Andrea Carraro, Pasquale Andria, Giovanni Napolitano e Mabel Fontana.

Paolo Romano

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