L'INCHIESTA

Giallo di Pontecagnano, stop autopsia: lo scheletro resta bloccato

La difesa dei Vacchiano chiede l’incidente probatorio, concorde l’avvocato dei familiari di Marzia: si andrà davanti al gip

PONTECAGNANO FAIANO - Niente autopsia. Salta l’accertamento irripetibile sullo scheletro senza nome. Ci vorrà l’incidente probatorio reclamato dalla difesa. E dovrà trascorrere altro tempo, più del previsto, prima d’attribuire un nome allo scheletro rinvenuto martedì scorso nel casolare degli orrori, in via degli Ulivi, a Santa Tecla di Montecorvino Pugliano, al confine con Faiano di Pontecagnano. Sono stati bloccati gli accertamenti tecnici irripetibili – autopsia e test del dna inclusi – sulle ossa disposti dalla pm Licia Vivaldi , titolare dell’inchiesta sul probabile omicidio, con tanto d’occultamento del cadavere, di Marzia Capezzuti , la 29enne milanese della quale non s’ha più notizia alcuna dalla notte tra il 7 e l’8 marzo scorsi, quando sparì dalla casa popolare di via Verdi, dove viveva coi familiari del suo ex deceduto, Alessandro Vacchiano .

Proprio il difensore di Mariabarbara Vacchiano (sorella di Alessandro), del figlio Vito e del compagno Damiano Noschese , l’avvocato Pierluigi Spadafora , ha ottenuto il blocco degli esami irripetibili nel primo pomeriggio di ieri, quando i legali dei sette indagati si sono presentati nell’ufficio del pm, che li aveva convocati per assistere al conferimento dell’incarico al medico legale Pasquale Giugliano .

La road-map era già tracciata: nel primo pomeriggio si sarebbe svolta la prima delle sedute d’una complicatissima autopsia nella sala mortuaria dell’ospedale “Santa Maria della Speranza” di Battipaglia, dove il corpo senza nome è custodito. E invece rimarrà ancora lì. L’autopsia non s’ha da fare: «Nei termini di legge – spiega Spadafora – mi sono riservato di presentare richiesta d’incidente probatorio, ed ora abbiamo dieci giorni di tempo per l’istanza». Una vera e propria acquisizione di prova alla presenza del gip, il giudice per le indagini preliminari, per mezzo del perito che effettuerà l’esame alla presenza dei consulenti tecnici degli indagati – che sono sette –, della Procura e della parte civile (in tal caso il papà di Marzia, Ciro De Pascale , la mamma Laura Vincitore e la sorella Denise Console ). E la prova acquisita avrà così valenza pure nel corso d’un eventuale processo. «È un caso molto delicato – soggiunge Spadafora – e il cadavere parla più d'ogni altra prova». D’altronde, «al di là della tesi della Procura, dell’antitesi della difesa e delle soluzioni tecnico-scientifiche da una parte e dall’altra, ci potremmo trovare una situazione a dibattimento, augurandoci non di non andarci, con l'impossibilità per un giudice di nominare un perito perché è troppo tardi. E col deperimento di organi e resti umani la difesa sarebbe pregiudicata in un suo diritto». Di qui l’anticipazione della prova.

L’ultima parola spetterà al gip, che raccoglierà pure le posizioni della pm e di quelle parti civili che, però, dovrebbero acconsentire alla richiesta: «È un diritto della difesa, il Codice lo prevede ed è giusto accettare», dice Nicodemo Gentile , avvocato della famiglia di Marzia. «Si allungheranno i tempi – soggiunge – ma è corretto muoversi in questo modo, così da avere risposte certe per capire il quando, il dove, il perché e se si tratta di Marzia». Mamma Laura e papà Ciro si fanno poche illusioni, a quanto riferito dall’avvocato: «Molti indizi, legati all’indagine in corso, ci fanno pensare che si tratta di Marzia. Lo presumiamo noi: non parlo per la Procura ». Una corrispondenza con gli stracci rinvenuti nel casolare? «Non conosco questo elemento », confessa il legale. Il prossimo appuntamento è fissato per giovedì a Roma, quando alla presenza del Ris verrà esaminato il materiale bruciato rinvenuto a giugno scorso nel terreno dei Vacchiano. Indagati pure l’altra figlia di Mariabarbara, Annamaria Vacchiano , il figlio 15enne di Noschese, e gli amici di famiglia Gennaro Pagano e Gennaro Merola . Le ipotesi di reato a carico dei sette indagati, a vario titolo, spaziano dall’omicidio con occultamento (contestato solo a Vito Vacchiano) al concorso (Mariabarbara, Damiano, il minorenne e i due amici) e maltrattamenti, sequestro di persona e uso indebito di strumenti di pagamento diversi dal contante (per tutti i Vacchiano e per Noschese). Gli altri legali sono Stefania Pierro , Mario Pastorino , Gerardo De Martino , Marco Martello e, d’ufficio, Assunta Fuoco .

(ca. la.)