IL GIALLO DI CAPPELLE

Giallo di Cappelle, si scava nella vita di Sonu

Controlli sul suo passaporto e sugli spostamenti del domestico della signora Enza

«No Luisa, Sonu bravo, Sonu no uccidere mamma". Una frase inquietante pronunciata al telefono da Gurmej Singh la notte dopo la scomparsa della signora Vincenza Basso. Una frase che serviva a rassicurare Maria Luisa Memoli, la figlia dell'anziana di Cappelle, che, disperata, aveva chiamato l'amico di William Jeet Singh, il domestico sparito, per avere notizie della madre.

Una telefonata sulla quale gli inquirenti, negli ultimi giorni, hanno appuntato le loro attenzioni. Una "emergenza processuale" che, scriveva il gip Di Nicola nella sua ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Kashmir Singh e lo stesso Gurmej Singh, «indica ulteriormente come la scomparsa della signora Basso non sia volontaria e che al sequestro, contrariamente a quanto assume il pubblico ministero, possa aver partecipato Sonu, quantunque, in ipotesi, come autore mediato ossia strumento doloso privo dell'intenzione specifica».

Fuori dal gergo giudiziario Sonu, dunque, o ha partecipato attivamente al sequestro della signora Basso (chiamata "mamma" dagli indiani che frequentavano la famiglia salernitana), oppure lo ha fatto senza però quell'intenzione specifica. In entrambi i casi figura centrale dell'inchiesta resta sempre il domestico indiano ed i suoi rapporti all'interno della famiglia Basso-Memoli e all'esterno di questa, con i connazionali con i quali era rimasto in contatto.

Ieri mattina, dalla Procura salernitana, è partita una richiesta all'ambasciata generale dell'India, a Milano, per ottenere un estratto del passaporto di William "Sonu".

Gli inquirenti - gli agenti della Mobile salernitana, guidati dal vicequestore Carmine Soriente, ed i carabinieri del Nucleo operativo del Comando provinciale dell'Arma, coordinati dal maggiore Michele De Maio - vogliono ricostruire tutti gli spostamenti del giovane domestico indiano precedenti alla data del 12 luglio quando lui e la signora Basso sono spariti nel nulla. Sempre la Procura attende i tabulati-vendite della Audi per stabilire gli acquirenti in Campania del nuovo modello A6, vettura che, secondo alcune testimonianze, sarebbe stata vita a Cappelle nel giorno del rapimento. Due passaggi tecnici importanti, dunque, per il prosieguo dell'inchiesta affidata ai pm Maria Carmela Polito e Chiara Minerva, sotto il coordinamento del responsabile della Distrettuale antimafia, il Procuratore Aggiunto Enrico D'Auria.

Nel frattempo i giudici del Riesame hanno fissato per il prossimo 7 settembre l'udienza nella quale discutere la richiesta di annullamento di custodia cautelare nei confronti degli indiani arrestati avanzata dal legale di fiducia di questi ultimi, l'avvocato Gerardo Cembalo. Due giorni fa, infatti, il gip Di Florio ha respinto la richiesta di scarcerazione dei due perché gli indagati «hanno negato gli addebiti a fronte di imponenti indizi di responsabilitá».