Giallo del cadavere bruciato Era già lì venerdì 20 luglio

Pontecagnano, interrogato il pensionato che ha scoperto l’auto incendiata. Attesa per i risultati del Dna: il corpo potrebbe essere quello di Maria Ricco

PONTECAGNANO. In attesa degli esami del Dna che daranno la certezza sul’identità del corpo carbonizzato trovato all’interno dell’auto di Maria Ricco, la 53nne di Santa Tecla di Pugliano allontanatasi di casa il 16 luglio, i carabinieri definiscono meglio le cause della morte.

Il pensionato Salvatore Falivena, che ha scoperto l’auto incendiata, sentito nei giorni scorsi dai carabinieri, ha chiarito che venerdì 20 luglio l’auto era lì, ma era già bruciata. Non si è avvicinato per paura. Martedì 24 è tornato con la figlia ed ha dato l’allarme. Questo confermerebbe che la morte è avvenuta ventiquattro o al massimo quarantott’ore dopo la scomparsa di Maria Ricco.

Se l’esame dei carabinieri del Ris confermerà che il cadavere carbonizzato è della bracciante agricola, significa che la donna di Pugliano quella sera è andata incontro alla morte. Perché aveva intenzione di suicidarsi o perché doveva incontrare il suo assassino? Le indagini sono un vero rompicapo per i carabinieri di Battipaglia, diretti dal capitano Giuseppe Costa, che a cinque giorni dal ritrovamento non escludono con certezza nessuna delle due ipotesi. Gli unici dati certi finora solo i primi responsi dell’autopsia (eseguita dai medici legali Giuseppe Consalvo e Giuliano Alfinito) e gli elementi raccolti sul luogo del ritrovamento, in località Cavaliere, vicino al torrente Acqua Fetente. Nell’auto c’era la cornice che conteneva la foto dei familiari di Maria Ricco. C’è, poi, la bombola di gpl che è stata trovata vuota, ma inesplosa.

Il punto di partenza è il giorno della scomparsa. Maria Ricco si è allontanata da casa senza documenti, lasciando detto che sarebbe andata a casa della sorella per gli auguri del suo onomastico. Il giallo è tutto in quei pochi chilometri che dividono l’abitazione della donna e il luogo del ritrovamento. Sul caso indaga il pm Roberto Penna. Gli investigatori attendono i risultati del test del Dna e il tabulato del telefonino della Ricco per chiarire anche il caso dell’avvistamento a Baronissi.

Massimiliano Lanzotto