Giallo ai vertici Arpac Il nuovo commissario non si è insediato

Voci di dimissioni dopo le polemiche sulla compatibilità Pressing della Cgil: «Basta con il caos sugli incarichi»

SALERNO. Ancora nubi sul futuro dell’Arpac, l’Agenzia regionale per l’ambiente, che dal 28 febbraio non ha ancora visto l’insediamento del nuovo commissario straordinario. È da quella data che la Regione Campania, con una delibera di giunta, annunciava la nomina di Vincenzo Belgiorno, docente del Dipartimento di Ingegneria civile dell’Università di Salerno, come successore del commissario Pietro Vasaturo. Ma l’insediamento non è ancora avvenuto e Vasaturo è, a tutti gli effetti, ancora il commissario straordinario.

A sollevare il caso è stato il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Maria Muscarà che ieri, dalle colonne di alcune testate napoletane, ha ribadito la necessità di un vertice a capo dell’Agenzia. «Del neo commissario non vi è traccia – dichiara Muscarà – e sono a rischio i pagamenti degli stipendi di marzo e l’adozione del piano di attività previsto per il 2017. Pare vi sia un problema di incompatibilità con il suo incarico all’Università ma – precisa – non vorremmo che, in assenza di compatibilità, spunti come un coniglio dal cilindro qualche facente funzione gradito a qualcuno per continuare a garantire lo stallo funzionale in Arpac. Noi del Movimento 5 Stelle – conclude – chiediamo che venga nominato un direttore generale con un bando di evidenza pubblica, non tanto in voga nella Regione di De Luca».

Nel frattempo rimbalzano voci che vedrebbero addirittura un rifiuto dell’incarico da parte del docente salernitano. Solo voci però, come precisa Sabatino Parente, segretario regionale della Cgil Funzione Pubblica: «Finché non abbiamo una comunicazione ufficiale da parte della Regione, per quel che ci riguarda l’incarico è ancora affidato al professore Belgiorno. Un’ipotesi è che il ritardo sia dovuto alla ricerca di un subcommissario, come previsto dalla delibera, che però non è stato ancora individuato. In ogni caso, al sindacato non importa di chi sia l’incarico, basta che la politica ci fornisca un interlocutore».

La questione nasce da lontano, ovvero da un commissariamento ritenuto fin troppo lungo da parte della Cgil e che non permetterebbe le riforme strutturali delle Arpa, previste dal Governo per luglio prossimo. «Valutiamo positivamente l’interesse della Regione per l’azienda – sottolinea Parente – Noi chiediamo solo che siano applicate le leggi dello Stato e sia bandito l’attuale caos su nomine e incarichi. È un problema presente sin dalla fondazione dell’Arpac. A Vasaturo riconosciamo la stabilizzazione di circa 220 precari, ma il salto di qualità che ci aspettavamo non si è verificato».

Emilio D’Arco

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