Giù le mani dei privati dall’Archivio di Stato 

Oggi in Consiglio provinciale ritorna il piano di alienazione degli immobili Cresce in città un movimento di opinione che si oppone alla vendita dell’edificio

Salvare l’Archivio di Stato, lo storico tribunale di Salerno, insieme ai suoi 100.000mila volumi di documentazione cartacea, alle sue mille pergamene, alla biblioteca di circa 24mila volumi, lo splendido palazzo medioevale che lo ospita, con l’annessa cappella di San Ludovico risalente al XIII secolo. Questo l’obiettivo dell’associazione di volontariato Memoria in movimento che ha lanciato un nuovo appello a tutte le associazioni del territorio, a partire da Italia Nostra, affinché la struttura di largo Abate Conforti venga esclusa dal piano di alienazione della Provincia.
La decisione non è nuova: nel 2015 Palazzo Sant’Agostino, per fare cassa, inserì, tra i beni di sua proprietà da mettere in vendita, l’Archivio di Stato e un palazzo di Marina di Vietri limitrofo alla chiesa di Sant’Antonio. Il Ministero per i beni culturali fece ricorso al Tar, ma i giudici del Tribunale amministrativo regionale lo respinsero.
«Da allora malgrado gli sforzi da noi fatti insieme a tanti, singoli cittadini, associazioni, Italia Nostra solo per citarne alcuni, oggi siamo di nuovo al punto di partenza», sottolinea con rammarico Alfonso Gambardella. E nella riunione di Consiglio provinciale, convocata per oggi, all’ordine del giorno torna il piano di alienazione per il triennio 2017-2019, che comprende fra i beni alienabili anche l’Archivio di Stato.
«Evidentemente il presidente Canfora sta dimostrando pubblicamente due grandi capacità: la prima è indubbiamente rappresentata dalla sua capacità di essere totalmente sordo e insensibile rispetto a un patrimonio fatto di storia, di cultura, di professionalità eccelse, e un patrimonio anche immobiliare che sarà svenduto ma che ha al suo interno “chicche” architettoniche e storiche di un pregio e di un valore incalcolabile (ma su questo la Sovraintendenza non ha nulla da dire?), si legge in una nota dell’associazione.
La seconda è una sua grande coerenza e testardaggine nel continuare in questa scellerata decisione. Peccato che questa capacità non la applica per far funzionare al meglio l’ente che dovrebbe dirigere e che non riesce a “coprire” i compiti istituzionali come la rete viaria, la sicurezza e la messa a norma degli edifici scolastici».
L’associazione non starà a guardare inerme e tenterà con i pochi mezzi che ha a disposizione di contrastare ancora una volta questa decisione. «Nelle prossime ore riconvocheremo le associazioni, i gruppi, i vari movimenti e anche le organizzazioni sindacali del personale impiegato nell’Archivio di Stato per dare continuità ad un impegno e ad un percorso che iniziammo due anni fa», ribadisce Gambardella. (b.c.)
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