«Giù le mani dal porto di Salerno»

Cirielli e Bonavitacola contrari alla proposta di Lupi di accorparlo a Napoli. Assemblea a Confindustria

Dai salernitani viene vissuta come una iattura. L’ipotesi di riforma della portualità, avanzata dal ministro Lupi, e che in Campania prevede l’accorpamento del porto di Salerno all’Autorità portuale di Napoli, sta suscitando un coro di no bipartisan tra gli addetti del settore, le forze economiche e imprenditoriali, e anche parlamentari di centrodestra e centrosinistra.

Il porto di Napoli che da oltre un anno è commissariato, non spende le risorse europee e non è efficiente, per i salernitani è qualcosa da cui stare alla larga per evitare di contrarre le stesse malattie. Si dirà che anche questa vicenda si inquadra nella contrapposizione tra Napoli e Salerno, ma ci deve pur essere un motivo se armatori storici come Messina hanno abbandonato il porto di Napoli preferendogli quello di Salerno.

Intanto la comunità portuale non se ne sta a guardare con le mani in mano ed è pronta a far sentire la propria voce. Domani, alle 9.30, nelle sede di Confindustria ha convocato un incontro per informare sul rischio che si corre se passasse il progetto di Lupi «perché metterebbe a rischio diversi settori produttivi, ben oltre i confini privinciali». All’incontro sono stati invitati il sindaco, i presidenti di Regione, Provincia, Camera di Commercio e Autorità portuale.

Intanto cresce la mobilitazione anche sul versante politico. Per Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia, «l’abolizione dell’Autorità portuale di Salerno, con l’accorpamento del porto a quella di Napoli, è inaccettabile. Penalizzare e mettere in discussione un’eccellenza della nostra provincia – continua – sarebbe l’ennesimo errore di un Governo che dimostra, ancora una volta, di non conoscere per nulla il territorio e di procedere esclusivamente con una politica che danneggia e inganna, a suon di slogan e annunci roboanti, i cittadini».

«Il Porto di Salerno – sottolinea Cirielli – è oggi una realtà fondamentale per la crescita e lo sviluppo della Campania e del Sud Italia. Un accorpamento con Napoli, distante anni luce per efficacia e risultati conseguiti, vorrebbe dire mettere a rischio l’economia e l’industria della nostra provincia, già pesantemente colpite negli ultimi anni».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il deputato del Partito democratico Fulvio Bonavitacola, che ha espresso « otale contrarietà alle recenti posizioni del ministro Lupi per la soppressione di numerose Autorità portuali, fra cui quella di Salerno. Il pur necessario rigore nella spesa pubblica non si persegue rincorrendo la moda dei tagli lineari e indiscriminati, di Tremontiana memoria. Non si comprende in base a quali criteri obiettivi siano prefigurate classifiche fra porti di serie A e porti di serie B, che non meriterebbero di essere sede di Autorità portuale. Lupi farebbe meglio, intanto, a superare il commissariamento di numerose Autorità portuali, che si prolunga da troppi mesi per beghe politiche, a partire da quella di Napoli»

«Per quanto riguarda il futuro dei porti, occorre partire – ha aggiunto Bonavitacola – da una valutazione corretta dei risultati conseguiti e programmati, in termini di traffico ed investimenti, prima di stilare liste estemporanee fra buoni e cattivi. Ed occorre capire quali sono le scelte urgenti da compiere per un serio rilancio della portualitàitaliana, a partire dalla sburocratizzazione delle procedure e da una vera autonomia finanziaria, di cui si parla da anni senza esiti concreti. Nel caso di Salerno, in particolare, sarebbe paradossale sopprimere l’Autorità in un porto di vera eccellenza, fra i primi per capacità di movimentazione delle merci e di spesa in investimenti strategici. Mi batterò in ogni sede contro questa sciagurata idea, nel Parlamento e nel mio gruppo di appartenenza. Sarebbe utile che anche la Regione, per una volta tanto, battesse un colpo senza il terrore di parlare bene di Salerno».

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