Gestione del Planetario Il Comune vince il lodo

Gli “arbitri” contestano una serie di irregolarità su delibere e atti di bilancio Il contenzioso era stato aperto dall’Amministrazione di Montecorvino Rovella

MONTECORVINO ROVELLA. «Illegittime le modifiche allo statuto effettuate dall’Ente Planetario San Pietro». Il collegio arbitrale formato dagli avvocati Gabriele Iuliano (presidente), Giovanna Carucci (arbitro), Fabrizio Murino (arbitro), ha così accolto le istanze dell’Amministrazione di Montecorvino Rovella difesa dal legale Giuseppe Pagliocca che aveva contestato tutta una serie di atti approvati dall’Ente. Rilievi contenuti in una delibera di giunta del 4 marzo dello scorso anno, dove l’esecutivo guidato dal sindaco Rossomando censurava i provvedimenti assunti dall’Ente planetario.

In particolare, il Comune lamentava la violazione da parte dell’associazione delle disposizioni dello statuto, con la richiesta di un lodo arbitrale che accertasse l’illegittimità, e dunque la nullità di numerose delibere dell’assemblea dei soci e del consiglio di amministrazione, oltre che l’arbitrarietà e la illegittimità del comportamento degli organi dell’associazione. Nelle settimane scorse gli arbitri hanno depositato le loro conclusioni, confermando la gran parte dei rilievi mossi da Palazzo di Città. Secondo il collegio, infatti, l’associazione non avrebbe potuto innalzare il numero della platea dei soci dell’assemblea, da tre a quattro membri, (Comune, Provincia e Osservatorio Astronomico), perché così facendo avrebbe causato «una rilevante alterazione nell’equilibrio dei rapporti tra soci». Inoltre, sulle modifiche statutarie, così come è avvenuto nel 2000, Provincia e Comune avrebbero dovuto sottoporre la questione ai rispettivi consigli, cosa che non sarebbe mai accaduta. Anzi, all’assemblea dei soci del 29 giugno 2015, il rappresentante del comune non era neppure intervenuto, mentre per conto della Provincia sarebbe stato presente Michele Stabile, determinando la validità dell’adunanza. Sul caso però, si è frapposta l’amministrazione provinciale, la quale ha «disconosciuto la legittimità della rappresentanza operata da Stabile, mai delegato».

Sulla violazione, errata interpretazione e falsa applicazione, di una serie di articoli dello statuto, per il collegio «appare fondato anche un altro profilo di illegittimità della delibera assembleare adottata dall’Ente San Pietro nella seduta del 26 novembre 2014». In questa data, infatti, i soci avrebbero deciso di ampliare la composizione numerica del cda, da tre a 9 membri, e di attribuire due rappresentanti al Comune, uno alla Provincia e sei all’Osservatorio astronomico. Questo riassetto, stando agli arbitri, «appare in netto contrasto con la norma statutaria».

Per i tre arbitri, inoltre, «i bilanci approvati dall’assemblea dei soci, non appaiono conformi ai principi di chiarezza che, unitamente a quello di verità, devono caratterizzarli, compromettendo gravemente, così, la loro funzione informativa sulla gestione sociale e sulla reale situazione patrimoniale dell’associazione». Inoltre evidenziano: «la mancanza del collegio dei revisori e della sua fondamentale attività di controllo sui bilanci redatti ed approvati dall’Ente planetario, rende ancora più grave l’assenza di trasparenza della specifica attività associativa». Pesante anche il conto finale: i due terzi delle spese sia di giudizio che di liquidazione del collegio arbitrale (50 mila euro) saranno a carico dell’Ente planetario, il restante un terzo sarà a carico del Comune.

Roberto Di Giacomo

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