Gentiloni firma i decreti La Zes ora è più vicina 

Mancano due passaggi per completare la procedura: taglio del nastro a febbraio Il presidente dell’Autorità portuale Spirito: «Adesso investimenti e posti di lavoro»

SALERNO. Il traguardo delle Zone economiche speciali è sempre più vicino. Il premier Paolo Gentiloni, infatti, ha firmato i “decreti attuativi”, attesi dalle regioni del Meridione. L’obiettivo dichiarato, del resto, è quello di dare un deciso colpo d’acceleratore, per far sì che diventino realtà le prime due Zes (Napoli-Salerno e Gioia Tauro) ancor prima dell’appuntamento elettorale. Tant’è che addirittura si parla di una prossima scadenza e si pensa di poter tagliare il nastro entro fine febbraio, anche se serviranno due appositi decreti presidenziali del Consiglio dei ministri. La strada, comunque, è in discesa in quanto, per completare il puzzle, mancano solo due passaggi: il nullaosta della Corte dei conti e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. La Regione Campania, inoltre, si è portata già avanti con la procedura, predisponendo la bozza del Piano strategico e attende solo l’ok per approvarlo e, dunque, per avere il definitivo via libera.
Un Piano che, come anticipa Pietro Spirito, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centrale (attraverso la newsletter “Porti campani in rete”), prevede «un insieme integrato di azioni che devono riguardare i porti di Napoli e Salerno, e le aree retroportuali, quelle in stretto raccordo e collegamento con la portualità». «In particolare – aggiunge Spirito – sul versante di Napoli gli interporti di Nola e Marcianise, oltre che la zona orientale della città; sul versante di Salerno, l’area di Battipaglia e l’Agro Nocerino-Sarnese, oltre al consorzio Asi nella parte ancora disponibile, alle spalle del porto. L’obiettivo è attrarre investimenti produttivi nel settore manifatturiero, che abbiano le seguenti caratteristiche: vocazionalmente orientati di più all’export, con capacità di generare occupazione, perché la Campania ha bisogno di creare lavoro, e che siano fondati sull’innovazione tecnologica e di processo».
Dunque comincia una nuova era per il Sud, e per Salerno, con opportunità, anche occupazionali, che lasciano ben sperare per una so stazionale e più incisiva ripresa dell’economia. «Con le Zes – rimarca Spirito – si apre una nuova stagione per lo sviluppo nel Mezzogiorno. Né incentivi a pioggia né intervento diretto dello Stato nell’economia. Le forze produttive potranno contare una maggiore competitività determinata da strumenti di semplificazione, crediti di imposta adeguati per realizzare investimenti, contiguità ad aree già dotate di infrastrutture e di servizi per la logistica. Quando saranno adottati dal Governo i provvedimenti attuativi del decreto 91, la palla passerà al tessuto economico e sociale del Sud, che dovrà dimostrare di essere pronto all’appuntamento dell’innovazione».
Del resto, l’esperienza delle Zes è già partita da anni in altre nazioni. Ne esistono al mondo oltre 4.500, istituite in più di 135 Paesi, che contribuiscono al mantenimento di circa 70 milioni di posti di lavoro. E, nella sola Unione europea, ci sono formalmente 16 Zes operative, di cui 14 in Polonia, dove sono stati creati oltre 287mila nuovi posti di lavoro tra il 2005 e il 2015, con un’attrazione di 170 miliardi di investimenti. E l’Italia è il quinto investitore nelle Zes polacche, aree in cui la disoccupazione è inferiore del 2-3% e in cui il Pil è più alto del 7-8% rispetto alla media di altre aree. «Una volta individuate le aree – puntualizza Andrea Prete, presidente di Unioncamere Campania, Confindustria Salerno e Camera di commercio – potremmo attrarre nuovi investitori, anche esteri. La Zes è un’opportunità che si somma agli altri incentivi di Governo e Regione per le imprese».
Gaetano de Stefano
©RIPRODUZIONE RISERVATA.