Gelo polare, è allarme per i senza tetto

Il centro “Don Giovanni Pirone” si dota di più letti. L’Humanitas pronta a scendere in campo con una tensostruttura

A pagare le conseguenze della fortissima ondata di gelo che da ieri ha colpito il nostro territorio, sono come sempre i clochard. Sia quelli che un tetto non lo hanno più per colpa della crisi, sia quelli che per scelta hanno preferito la strada. In città si danno abitualmente appuntamento nei vicoli limitrofi alla stazione ferroviaria o dinanzi ai piazzali di alcune parrocchie, per affrontare insieme la notte.

Ma da oggi, difficilmente potranno resistere con i cartoni con i quali pure tentano di proteggersi, alla discesa delle colonnine di mercurio, che si preparano, stando ai siti metereologici, ad andare in picchiata fino a raggiungere i meno tre ed i meno sette gradi, proprio nelle ore notturne. Del resto, come spiegano gli esperti di Campania Meteo, stiamo affrontando una delle più forti ondate di gelo degli ultimi decenni. E proprio nelle prime ore di oggi arriverà il nucleo più freddo che causerà temperature prossime o sotto zero gradi anche sulle coste e sulle pianure. «Noi siamo pronti ad intervenire - ha spiegato Roberto Schiavone dell’Humanitas - Abbiamo delle tensostrutture che ci consentono di ospitare fino a cinquanta persone e grazie all’aiuto prezioso dei nostri volontari, possiamo fornire anche un pasto caldo. E’ vero che siamo a Capodanno e che ci sono le Luci, ma mi auguro che le istituzioni non siano distratte rispetto a quella che rischia di diventare una vera e propria emergenza». Lo sa bene anche lo staff del centro don Giovanni Pirone, nato nel ’98 per volere di don Franco Fedullo, supportato negli anni dalla generosità di tanti volontari laici, come Gaetano Schettino: «Chiunque busserà alla nostra aperta sarà accolto con gioia. Attualmente abbiamo ventotto posti letto, quattordici per gli uomini ed altrettanti per le donne. Siamo al completo, ma ci stiamo attrezzando per sistemare dei letti nei corridoi ed accogliere le persone che si troveranno in difficoltà». Il centro è al lavoro per preparare il cenone di Capodanno e per cucinare i pasti caldi che saranno portati a chi vorrà restare in strada, così come è accaduto il giorno di Natale. Le richieste di aiuto sono tantissime, e a farle aumentare è anche il fatto che il punto Caritas di largo Barbuti è stato chiuso e che la chiesa di San Paolo non può essere adibita all’ospitalità, come invece accadeva in passato, perchè la canonica è in ristrutturazione. L’altro polo dell’accoglienza (da novembre a febbraio), si trova ai Saveriani, dove la struttura conta diciotto posti letto. Ma complessivamente le strutture su cui i clochard possono contare, sono ancora poche e, nonostante l’impegno dei volontari, non attrezzate adeguatamente per rispondere ad una richiesta in continua crescita.

In attesa dell’apertura del Santuario dei Poveri don Tonino Bello, che troverà posto nella chiesa dei Cappuccini in piazza San Francesco (mille metri quadri con una cucina professionale e sessanta posti mensa a sedere), gli angeli della solidarietà rivolgono un appello, affinchè le istituzioni scendano in campo mobilitando la Protezione civile ed allestendo dei ricoveri di emergenza per i senza tetto, almeno in questi giorni di grande gelo. Ed affinchè i salernitani, durante lo shopping del Capodanno, possano rivolgere un pensiero a chi non ha più nulla, e magari contribuire anche con un piccolo dono, a sostenere chi, nei giorni feriali e nei festivi, ha deciso di dedicare la propria vita ai poveri.

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