Gelo e poltrone vuote “Ripartenza” flop al Diana

Tra le cause, la pubblicità istituzionale carente e un cartellone poco social

Partiamo dalle basi, cosa ben diversa dalle fondamenta, che risalgono ai primi del Novecento. Qual è il minimo che un’Amministrazione può fare dopo aver restituito alla comunità, destinando all’impresa circa un milione di euro di fondi europei, uno dei luoghi più storici della città con l’obiettivo di farlo diventare la casa della cultura dei salernitani, il luogo di riferimento per il teatro sperimentale, il contenitore perfetto di ogni forma di creatività artistica? Il gesto più semplice, quello che richiede zero sforzi e zero spese, è inserirlo nella lista dei teatri cittadini sul proprio sito istituzionale. Cosa che, per il nuovo teatro Diana, inaugurato in pompa magna lo scorso maggio,non è stato ancora fatto.

Dopo l’entusiasmo iniziale, correlato di foto della spettacolare inaugurazione – quando vennero presentate alla città le reali meraviglie che presenta lo spazio – se sul portale del Comune si clicca “Aree tematiche” e poi si prosegue per “Turismo e cultura”, si arriva nella sottosezione “Eventi e manifestazioni”. Qui, alla voce “Altri teatri salernitani”, del Diana non c’è traccia. Ma andiamo avanti. Della nuova identità resa all’ex cinema Savoia, poi Casa del Balilla poi ancora sala a luci rosse, non c’è traccia neanche su Facebook, un profilo Twitter manco a parlarne. Dopo il primo evento organizzato all’interno dello spazio polifunzionale di lungomare Trieste (la ventesima edizione di Linea d’Ombra-Festival culture giovani andata in scena a giugno), lo scorso 19 gennaio nel bellissimo spazio con platea retrattile e pareti che formano un unico, grande schermo che avvolge gli spettatori in una sorta di acquario del meraviglioso, è finalmente partita la prima rassegna teatrale. Certo, gli spettacoli in cartellone dovevano essere rappresentati al “Ghirelli”, impossibilitato attualmente a ospitare, ma comunque, vista la qualità dell’offerta, potevano meritare una conferenza stampa di presentazione. E invece niente. Il primo spettacolo “Porno Teo Kolossal” di Pier Paolo Pasolini, con Anna Bonaiuto, si è svolto a temperature che hanno indotto gli spettatori a non abbandonare giacche e cappotti. Il disguido, poi risolto, ha inevitabilmente scoraggiato il pubblico che la volta successiva, quando sul palco è andato in scena “È la terra un’unica finestra” di Franco Scaldati, senza ottenere le informazioni e le rassicurazioni adeguate sui livelli di accoglienza della sala, ha in partedisertato. Alla luce di questi “incidenti” non sarebbe forse il caso che l’Amministrazione prendesse un po’ più a cuore questa sua creatura che al momento vive grazie al progetto messo su dal centro di produzione teatrale Casa del Contemporaneo che ha riunito Fondazione Salerno Contemporanea, Le Nuvole e la Compagnia Enzo Moscato investendo qualche risorsa in più sulla promozione? L’assessore comunale alla Cultura, Ermanno Guerra rassicura: «Compito nostro sarà provare a divulgare un’esperienza di cui siamo assolutamente soddisfatti. Ci vuole però anche un po’ di pazienza, non è detto che debba incontrare immediatamente il favore del pubblico. La comunicazione è sicuramente migliorabile, dobbiamo fare di più. È verosimile un impegno maggiore per il futuro proprio perché siamo sicuri della qualità del prodotto».

Per Igina Di Napoli, direttore artistico della Casa del Contemporaneo, quella in atto al Diana è una «ripartenza» e, al netto delle polemiche riguardante l’affaire Ghirelli, come tale deve essere vissuta dalla comunità salernitana. «La forma di promozione più importante è entrare in relazione reale con il territorio, con chi nel territorio si sta mettendo in una posizione creativa. Quindi anche le associazioni, i luoghi più frequentati, le scuole, l’università. L’obiettivo è trasformare il teatro in un luogo vivo. la stabilità concepisce la presenza di una rete che comincia a costruire insieme». Ciò detto, però, Di Napoli anela a un veloce ritorno a casa – ossia al “Ghirelli” – e esclude che in futuro il Diana possa essere utilizzato come locatione degli spettacoli proposti dal centro che dirige.

E quindi? Qual è il futuro che attende questo gioiellino appena inaugurato? Cosa diventerà il Diana? La Salerno vogliosa di assistere a spettacoli di qualità, innovativi e emotivamente coinvolgenti è ansiosa di saperlo.

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