«Garantisti fino alla fine ma si faccia chiarezza»

L’opinione pubblica si spacca sulla nuova inchiesta che coinvolge De Luca Su internet i commenti più duri: «Non lo si consideri una vittima come Silvio»

SALERNO. Dal pomeriggio di martedì, ossia da quando la notizia dell’ennesima indagine – forse la più sorprendente – che vede coinvolto l’ex sindaco di Salerno, ora presidente della Campania, Vincenzo De Luca, ha cominciato a diffondersi, in città, nei bar, nelle piazze virtuali ricreate dalla Rete, soprattutto in quelle popolatissime e spietate dei social, non si è parlato d’altro.

«Se interviene la Magistratura, allora veramente vuol dire che De Luca dà fastidio a qualcuno. Solo in questi casi i magistrati si attivano. Meditate», questa l’opinione di Mariano Vigilante affidata allo spazio pubblico che offre Facebook.

«Ci risiamo. – afferma Anna Stanzione, ricalcando un pensiero assai diffuso nelle agorà telematiche – Quando finirà questa telenovela? Non sanno più a chi santo pregare pur di farlo fuori. Dà troppo fastidio anche nel Pd».

«Indotto a fare una nomina che non c’è stata comunque! Anzi, sono stati nominati sette commissari! Ma...questo Manna proprio no!», scrive Fabio Rizzo commentando le accuse rivolte al governatore della Campania.

Giuseppina Martorelli poi dice: «Sinceramente penso davvero che in politica le persone perbene non ci possono stare, cercano sempre di screditare, inventando calunnie. Sempre a testa alta!». E a lei risponde Antonio Borrasi, il cui nome è presente tra quelli che si sono detti disponibili a candidarsi alle prossime elezioni amministrative con il Movimento Cinque Stelle: «Cioè credete veramente che non vi siano prove di una cosa del genere? È indagato anche un magistrato e suo marito. Ci saranno intercettazioni sicuramente se no perché perquisire Masturzi? Volete farne una vittima come fecero per Berlusconi?», afferma.

Ribatte Filomena Gallo: «Avrà i suoi scheletri nell’armadio ma almeno lotta per la sua terra».

A rimanere basiti – in alcuni casi indignati, in altri semplicemente preoccupati – per la nuova tegola caduta sul capo di De Luca sono stati anche tanti volti noti della società civile salernitana, molti dei quali impegnati in prima persona in politica: Paolo Battista, militante in UèUè L’altra Salerno, nonchè filmaker salernitano di lunga esperienza, ha voluto così sintetizzare le sensazioni provate in queste ore «durante le quali si susseguono veloci gli aggiornamenti e tornano alla mente le tante vicende che hanno segnato gli ultimi 22 anni della vita politica salernitana». Ribrezzo è la parola che più ripete perchè in questi 22 anni, a sua detta, «c’è tanto materiale da cabaret, da molto prima che il fiacco guitto di regime se ne avvedesse, e ce n’è moltissimo da magistratura. La grandeur d’accatto, l’anti-napoletanismo, la protervia, la presunzione, la violenza verbale sua e quella fisica dei suoi sostenitori, l’orgoglio della “Salernitanità” da un lato; la discarica di Ostaglio, il parco scientifico, le società miste, le relazioni pericolose, il voto trasversale dall’altro. E poi ancora l’arroganza, il razzismo, il sessismo, la rudezza: tutte le caratteristiche che hanno costruito, nell’immaginario collettivo, il ritratto di un politico che ha saputo, in onore allo zeitgeist dominante e forse anche in anticipo sui tempi, fare appello ai peggiori istinti basso ventrali dell’elettorato, titillandone a lungo la parte irrazionale, isterica, profittando al tempo stesso di una tradizione, di una storia, da lui più volte ripudiata».

A dire la sua sugli ultimi avvenimenti che hanno scosso la città, prima e di più che il resto della regione è Lorenzo Forte, ora portavoce del comitato Salute e Vita ma in passato consigliere comunale di Rifondazione comunista durante l’amministrazione De Biase: «Reputo la situazione della Regione grave e molto pericolosa per l’intera comunità. Si sta verificando – afferma – ciò che pensavo fin dall'inizio: ritenevo irresponsabile, infatti, trascinare un’intera regione in questa situazione. De Luca doveva fare un passo indietro non candidandosi e anche Renzi e il Pd nazionale hanno grave responsabilità ad aver appoggiato tale candidatura. In merito alla vicenda giudiziaria ultima non mi sento di esprimere giudizi di merito in quanto sarà la magistratura a fare luce e a dirci cosa è successo, tuttavia politicamente resto convinto che la Campania e i cittadini di una regione già difficile non meritavano di essere trascinati in questa situazione di instabilità, non dovevano prevalere gli interessi privati e le manie di grandezza sul bene comune cosa che purtroppo è accaduto già nel momento in cui De Luca si è candidato nonostante la legge Severino e la condanna in primo grado. A questo punto non resta che andare a nuove elezioni restituendo la parola ai cittadini. Questa dirigenza politica ha ombre che impediscono di governare, la Regione ha bisogno di un governatore nel pieno delle sue funzioni e De Luca non lo è. Per questo auspico un atto di responsabilità anche se in ritardo in modo che si possa andare a nuove elezioni».

A dire la loro anche i rappresentanti della comunità Lgbt ben radicata tanto a Salerno che a Napoli; Antonello Sannino, giovane ingegnere napoletano per diversi anni presidente dell’Arcigay di Salerno, ora tornato nella sua città natale, afferma: «Ovviamente è troppo presto per poter dare un giudizio generale. Sul procedimento giudiziario, siamo garantisti fino all’ultimo atto di giudizio per cui De Luca è legittimato dal voto popolare a governare in Regione. Il reato di corruzione per induzione, proprio perché di recente introduzione, ci induce a maggior ragione alla prudenza».

L’attuale presidente del circolo Arcigay “Marcella Di Folco” di Salerno, l’architetto capaccese Ottavia Voza, dice di «non avere dubbi sulla onestà personale di De Luca. Gradirei tuttavia – aggiunge – che ora smettesse i panni che gli ha cucito addosso Crozza, e che iniziasse a governare speditamente con sobrietà, creatività e concretezza, ascoltando maggiormente, e sviluppando più chiaramente i temi fondamentali della politica progressista». Giuseppina La Delfa, docente universitaria nonchè presidente dell’associazione “Famiglie Arcobaleno” afferma: «Non ho le idee chiare. Spero solo che tutte le azioni intraprese dalla magistratura siano trasparenti e fatte con la massima serietà. Spero anche che i media non si accaniscano e rispettino il lavoro della magistratura».

L’associazionismo cattolico si esprime invece attraverso Gianluca Mastrovito, presidente provinciale delle Acli - Associazioni cristiane lavoratori italiani: «Non esprimo giudizi nel merito della vicenda giudiziaria che coinvolge De Luca; ritengo meriti maggiore approfondimento da parte degli organi e adeguata solennità dei luoghi a ciò deputati ritenendo per cultura giuridica inaccettabile ogni accanimento “fino a prova contraria” lesivo della dignità delle persone coinvolte a vario titolo e delle funzioni istituzionali ad essi collegate. Le vicende che quotidianamente investono magistratura, istituzioni e politica sottraendoli al giudizio e valutazioni di senso sul proprio operato, non fanno altro che sminuirne valore e credibilità verso la comunità che guarda e pensa ad esse come forme alte di tutela e promozione del bene comune. La consiliatura De Luca nasce sin dall’inizio nelle polemiche e querelle giudiziarie; da cittadino vorrei valutarlo, fornendogli il tempo adeguato, buono e giusto, sull’operato politico e fuggire ogni minimo dubbio di accanimento terapeutico aprioristico. Ebbene, se ci sono colpe la magistratura faccia il suo corso, i cittadini sapranno fare poi discernimento».

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