patto dell’agro

Gambino «Organismo decotto e indebitato»

La risurrezione dalle sue ceneri della Patto dell’Agro continua a creare polemiche. Il nuovo management dell’agenzia di sviluppo sembra essere il bersaglio preferito di tutti. Dopo gli strali interni...

La risurrezione dalle sue ceneri della Patto dell’Agro continua a creare polemiche. Il nuovo management dell’agenzia di sviluppo sembra essere il bersaglio preferito di tutti. Dopo gli strali interni alla maggioranza consiliare di Nocera Inferiore e al Partito democratico, arriva un attacco frontale dal centrodestra. Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Alberico Gambino, ha dichiarato: «Desta sconcerto la pervicace volontà da parte dei comuni di Angri, Pagani, Sarno e Nocera Inferiore, di voler mantenere in vita organismi comprensoriali decotti e irrecuperabilmente indebitati che dovrebbero, invece, essere liquidati preoccupandosi solo di recuperare e salvaguardare le professionalità in essi operanti». Il capogruppo di Fratelli d’Italia ha aggiunto: «Posso comprendere che amministrazioni senza capacità di progettazione e di mirare oltre la gestione ordinaria mediatica possano preferire nascondere i loro limiti nell’ambito di organismi di concertazione e comprensoriali, magari perché credono nelle promesse di finanziamenti distribuiti dall’emissario di turno, ma pensare di poter realizzare lo sviluppo del proprio territorio attraverso strumenti decotti ed impossibilitati a ricevere finanziamenti comunitari significa essere solo inadeguati e impreparati a gestire, ora e per il futuro, le complessità del territorio ed i suoi problemi, le esigenze ed i bisogni delle comunità amministrate».

Pronta la risposta del neo presidente dell’agenzia territoriale: «Nocera ha colto l’occasione di avere un ruolo importante in uno strumento che servirà a rilanciare il territorio dell’Agro. Alla luce di queste opportunità – ha dichiarato Paolo De Maio – non potevamo non riconsiderare la bontà di questo strumento che pone le basi per uno sviluppo del territorio, dopo i fallimenti degli ultimi anni».(s. d’ a.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA