Galiziano, “gioiellino” svalutato

Il parco di Torrione Alto versa nel degrado in molti suoi angoli. L’impiantistica cade a pezzi

“Nel corso degli anni l’area è stata arricchita di attrezzature ludiche per i bambini sempre più attraenti”. Saranno state anche attraenti un tempo ma ora, e basta dare un rapido sguardo alle foto, queste “attrezzature ludiche” sono poco più che ruderi fatiscenti, un pericolo per i bambini piuttosto che una fonte di svago, sport e divertimento. Il parco del Galiziano, suggestiva area verde di Torrione Alto inaugurata ormai 11 anni fa, potrebbe essere un gioiellino per conformazione, ampi spazi e servizi offerti ai visitatori ma, di fatto, è un giardino abbandonato. Tolte le piazzole dove i gestori del bar che è sorto qualche anni fa all’ingresso del parco hanno furbamente posizionato sedie e tavolini, in modo da avere un locale “diffuso”, i terrazzamenti più lontani dalla portata del servizio al tavolo nel verde pubblico lasciano parecchio a desiderare. Per igiene, cura delle aiuole e manutenzione dell’impiantistica.

La pulizia. Realizzato su un’area in declivio, il parco si estende su una superficie di circa 8mila. Tutta l’area è sotto la responsabilità dalla cooperativa “Lavoro Vero” che provvede alla manutenzione ordinaria del parco, alla gestione del punto di ristoro e all’organizzazione di attività di animazione per quanti visitano il Galiziano. Ecco, anche in questo caso, come riscontrato altrove, va evidenziato che la mano di un giardiniere qui manca da tempo. Come anche la volontà di aggiustare ciò che è rotto.

L’impiantistica. Le aree gioco per i più piccini sono diverse e ogni terrazzamento ha la sua. Peccato che nessuna di queste sia consigliabile a genitori e nonni come luogo dove lasciare in libertà i loro piccoli. Appena si entra, pochi passi e si arriva in un ovale recintato da una bassa siepe, qui giacciono tristi due cavallucci a dondolo, reduci di un parco giochi un tempo sicuramente molto più popolato e ricco di attrazioni. Si sale per un sentiero – effettivamente l’intero parco, tolto qualche angolo, è interamente percorribile anche a chi è in carrozzella – e si arriva in quello che dovrebbe essere il “piano” degli sportivi ma della parete attrezzata dove un tempo perdevano corde per l’arrampicata e anelli a cui aggrapparsi per volteggi e trazioni rimane solo lo scheletro. Che svetta su una landa desolata dove ormai l’erba non cresce neanche più. Si sale ancora e ci si trova davanti un castello con scivoli e ponti tibetani: solo genitori snaturati lascerebbero salire i loro bimbi su una struttura così fatiscente e sporca.

L’area di sgambamento. “L’originalità del parco – si legge sul sito del Comune – sta nella dotazione di un’area recintata per i nostri amici a quattro zampe. Qui l’Amministrazione comunale ha attivato la prima toilette per i cani: un manufatto in lamiera rivestito in legno, dotato di appositi tronchi impregnati di odori che attirano i cani e munito di beverini e rubinetti collegati all’impianto fognario”. Di tutto questo è rimasta solo l’area recintata.

La sicurezza. Alcuni frequentatori abituali del parco raccontano che come scende la notte molte zone più periferiche dell’ampio spazio verde rimangono al buio. Sembra, infatti, che non tutti i lampioni funzionino a perfezione creando così pericolosi coni d’ombra dove è facile che si annidi l’inciviltà e l’illegalità.

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