Galdi attacca sull’ospedale «Servalli difenda la città»

L’ex sindaco in Consiglio: «De Luca ha indebolito la posizione di Cava de’ Tirreni Il primo cittadino lo affronti e se non ottiene nulla si dimetta subito dalla carica»

«Servalli faccia sentire il suo peso in Regione o si dimetta»: così in consiglio comunale l’ex sindaco Galdi incalza il primo cittadino sulla questione ospedale (al momento in sospeso in attesa dell’udienza di fronte al Tribunale amministrativo campano fissata per il prossimo 3 febbraio) che torna al centro del dibattito pubblico. Sul tavolo di discussione una serie di dichiarazioni di Vincenzo De Luca, e la protratta inottemperanza da parte della direzione generale dell’Azienda universitaria ospedaliera “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” alle disposizioni del Tar che hanno fatto seguito al ricorso presentato dall’amministrazione cavese. Ad oggi infatti i reparti di ostetricia e ginecologia restano chiusi per mancanza di personale medico, paramedico e infermieristico.

Nella giornata di ieri l’avvocatura comunale ha presentato un’ulteriore istanza mentre i cittadini hanno deciso di tornare alle barricate con una nuova manifestazione in programma per questa mattina.

Inevitabilmente l’argomento è stato sollevato nel corso del consiglio comunale durante le interrogazioni e le raccomandazioni previste all’ordine del giorno. Lo spunto è arrivato dall’ex sindaco Marco Galdi che ha sollevato una serie di perplessità nate dalle recenti dichiarazioni di De Luca sulla chiusura dei reparti di maternità giustificata come una questione di “ridotta manualità” per i pochi parti effettuati. «Siamo tutti consapevoli del fatto che i nostri reparti di ginecologia ed ostetricia erano eccellenti – ha detto Galdi –, le dichiarazioni di De Luca sono un macigno messo sul nostro ospedale. Non c’è dubbio che se dalla Regione arrivano messaggi di questo tipo allora la posizione del nostro comune diventa sempre più debole. Evidentemente Viggiani, che sa quali sono i rischi di non ottemperare a un ordine del Tar, si ritiene politicamente protetto».

Una premessa, quella di Galdi, che ha aperto la strada a una provocazione nei confronti di Servalli che il primo cittadino non ha però voluto raccogliere. «Invito Servalli a far valere i diritti di questa città – incalza Galdi – deve avere un faccia a faccia con De Luca prima dell’udienza, e se De Luca non gli darà ascolto l’unica scelta per il sindaco sarà quella di presentare le proprie dimissioni perché non può mettere la testa sotto la sabbia altrimenti non ci sarà più scampo né per i reparti né per l’ospedale intero». «Qualora mi dovessi rendere conto che la mia permanenza fosse di ostacolo ad avere un ospedale funzionale – ha risposto Servalli alla stoccata – non esiterei ad assecondare la richiesta di Galdi, ma in questo momento la riterrei una fuga e la proposta ora è irricevibile. Dobbiamo concentrarci sulla questione reparti e considerato che il “Ruggi” al momento è intasato e in difficoltà (mancano letti e culle) evidentemente non ci si rende conto dell’importanza delle unità cavesi. Per questo la nostra lotta continua. L’avvocatura comunale è intervenuta per un ulteriore sollecito visto che Viggiani c’aveva garantito lo scorso 15 gennaio che sarebbero arrivati quattro ginecologi».

Nella mattinata di ieri infatti da Palazzo di Città hanno fatto sapere che l’avvocatura comunale ha presentato una nuova istanza di ulteriori provvedimenti per l’esecuzione delle misure cautelari, attesa la mancata ottemperanza della direzione generale del “Ruggi” alle disposizioni del Tar. Intanto i cittadini sono pronti a far sentire nuovamente la propria voce e si sono dati appuntamento per questa mattina in piazza Amabile per un’ulteriore manifestazione in difesa dell’ospedale.

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