Fusione Alba-Veicolo: illegittimi gli atti

La segretaria comunale Ansaldo accusa i commissari, il Consiglio farà tornare i beni patrimoniali a Palazzo di Città

Pasticcio Veicolo: gli atti della fusione con Alba sono illegittimi. E Palazzo di Città si riprende gli immobili. La segretaria generale del Comune di Battipaglia, Brunella Asfaldo, si scaglia contro i commissari straordinari che, fino a giugno dello scorso anno hanno retto le sorti della città. Illegittima, a suo dire, quella fusione per incorporazione della Veicolo con Alba, stipulata ad aprile 2015. Una storia intricata, alla quale i consiglieri comunali proveranno a porre fine domani sera, approvando la retrocessione dei beni patrimoniali a Palazzo di Città.

Nei giorni scorsi, la Asfaldo, beneficiando della piena fiducia da parte dell’amministrazione guidata dalla sindaca Cecilia Francese, s’è messa a spulciare tra delibere e determine riguardanti la costituzione della Veicolo srl, la municipalizzata creata nel 2010 dal sindaco Giovanni Santomauro che avrebbe dovuto occuparsi della vendita dei beni comunali, la sua messa in liquidazione e il conseguente assorbimento della società, tra il 2014 e il 2015, da parte di Alba. E vien fuori che quando, tra il 2011 e il 2013, furono stipulati nove atti di conferimento di immobili da parte del Comune alla Veicolo, al fine di favorire operazioni di cartolarizzazione e cessione dei beni, fu inserita una clausola: entro 12 mesi (36 per due dei nove atti), la Veicolo avrebbe dovuto corrispondere a Palazzo di Città un corrispettivo pari almeno all’85 per cento del prezzo e se ciò non fosse accaduto, gli atti sarebbero stati risolti. Insomma, per scongiurare la risoluzione, la municipalizzata avrebbe dovuto cedere al Comune almeno 19,5 milioni d’euro, visto che il valore dei beni ceduti con gli atti s’aggirava attorno ai 23 milioni.

Cifre astronomiche, considerando che i vari piani di alienazione e di valorizzazione immobiliari elaborati dal 2009 a oggi non hanno fruttato alcun introito nelle casse comunali. Tant’è che, a ottobre 2012, i termini di quelle condizioni contrattuali furono rivisti: da 12 a 36 mesi. E sono stati pure rivalutati i beni. Le proroghe e i nuovi estimi, però, non hanno sortito alcun risultato. E quando, il 9 aprile del 2015, i commissari stipularono l’atto di fusione, stando alla clausola, quasi tutti i contratti avrebbero dovuto già essere risolti.

Con l’incorporazione da parte di Alba, insomma, «risulta vanificata totalmente la finalità di realizzazione di liquidità», relaziona la Asfaldo, che aggiunge: «Gli atti sembrerebbero afflitti da profili di illegittimità, e parimenti illegittima risulta la fusione, in quanto risulta violata la norma che prescrive che la Veicolo debba avere come oggetto esclusivo la dismissione e risulterebbero trasferiti cespiti patrimoniali a titolo gratuito».

Alba, a questo punto, si ritrova paradossalmente a essere sia società veicolo che società di prestazione di servizi a favore del Comune. Un quadro ingarbugliato, dunque, nel quale si spera che la delibera consiliare di retrocessione dei beni possa mettere ordine.

Carmine Landi

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