Furto al Santuario Rubati 9 candelabri dei Santi Medici 

Violato uno dei simboli della tradizione religiosa ebolitana Si indaga su più fronti, possibile un colpo su commissione

Furto sacrilego ieri sera al Santuario dei Santi Cosma e Damiano: rubati 9 candelabri in ottone dei 12 complessivi presenti nella chiesa per illuminare le statue degli altari laterali e dei Santi Medici. Tra i primi ad accorgersi del del furto è stato poco dopo le 17,30, il rettore della struttura, il francescano padre Angelo Di Vita insieme ai componenti del coro che si apprestavano a preparare i canti per la messa delle 18.
Lanciato l’allarme, in pochi minuti sono giunti sul posto gli agenti della polizia locale di Eboli, guidati dal comandante Mario Dura, i carabinieri del capitano Luca Geminale e il sindaco Massimo Cariello. Gli inquirenti hanno raccolto le testimonianze dei presenti e anche del rettore del santuario che ha proceduto a sporgere denuncia. Inoltre si stanno anche verificando le immagini di una telecamera della zona per controllare se sia stato ripreso qualcuno o qualcosa che risulti utile alle indagini.
Tra le ipotesi investigative, c’è quella del furto su commissione, ma non si esclude anche che i ladri possano aver rubato gli oggetti in ottone per rivenderli al mercato nero. Secondo indiscrezioni, gli inquirenti avrebbero già individuato una pista da seguire e nelle prossime ore potrebbero esserci novità.
Il Santuario dei Santi Cosma e Damiano occupa un posto importante nel sentimento religioso degli ebolitani, che hanno una devozione particolare per i Santi Medici Cosma e Damiano. Le origini del Santuario si fanno risalire ai primi anni del 1700, quando fu costruita una piccola chiesa che non riusciva però a contenere la moltitudine di gente che attraversava l’intera Piana per affidare ai due Santi le speranze di guarigione. Fu durante i primi anni ’50 che si consacrò la devozione per i medici che compirono il più grande dei miracoli: coinvolgere l’intera comunità nella costruzione del Santuario come oggi lo conosciamo. Sono passati 75 anni da quando le pietre dei bombardamenti del ’43 servirono per erigere il tempio. Ogni sera, donne, uomini, fanciulli, anziani, portavano mattoni e pietre prelevate dalle macerie dei bombardamenti fino alla piazzetta circolare adiacente al castello Colonna. Si organizzò anche un comitato per la costruzione del Santuario e l’8 marzo del 1953 un manifesto dal titolo “la sagra del mattone” invitava i cittadini a trasportare i laterizi.
Antonio Elia
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