Furti e borseggi, nei guai dieci ebolitani

I “colpi” messi a segno nelle aree di servizio dell’autostrada e durante fiere e mercati. Le indagini della Polizia stradale

Sgominata una banda di borseggiatori ebolitani: dieci le ordinanze di obbligo di dimora emesse dalla Procura della Repubblica di Ariano Irpino nei loro confronti. Numerosi i capi di accusa contestati, e sempre con l’ipotesi di reato di furto aggravato con concorso di più persone e borseggio.

La gang, scoperta dalla Polizia Stradale della sottosezione di Grottaminarda in collaborazione con i colleghi della sottosezione di Eboli, retta dall'ispettore superiore Antonio Quaranta, agiva prevalentemente nell’ultimo periodo nell'area di servizio del Bar Calaggio, lungo il tratto autostradale dell'A16 Napoli- Bari.

L'operazione denominata "Picpocketing" ha portato all'emissione di dieci ordinanze di obbligo di dimora nel proprio comune di residenza: si tratta di persone imparentate tra loro con precedenti penali specifici.

Le indagini della procura al momento si sono concentrate su tre nuclei familiari: Petrillo, Morelli e Barbetta, ma gli inquirenti non escludono che a breve potrebbe emergere anche il coinvolgimento di altri soggetti, ma sempre imparentati tra loro.

L'indagine era partita nel novembre del 2001, a seguito di varie segnalazioni di borseggi subiti in area di servizio di Orvieto, Lamezia Terme ed in ultimo sull'A16 sulla Napoli -Canosa dove numerosi viaggiatori una volta entrati all'interno dei bar delle varie stazione di servizio venivano alleggeriti del portafogli. Dopo una meticolosa e lunga attività di indagine - svolta in collaborazione con i diversi reparti della Polizia Stradale interessati - con un’accurata comparizione di fotogrammi e fotografie oltre che impronte digitali, gli agenti hanno potuto accertare l'esistenza di una vera e propria organizzazione specializzata nei borseggi negli Autogrill.

Secondo gli inquirenti l'organizzazione criminale aveva un altissimo grado di pericolosità: gli indagati utilizzavano la tecnica del "bump", ovvero, urtavano la vittima e con grande destrezza sfilavano i valori dalle loro tasche. Un altro modus operandi utilizzato dai borseggiatori era quello di confondersi nel locale in mezzo agli altri clienti. Una volta individuata la "vittima" - quasi sempre si trattava di gente in fila alla cassa o al bancone del bar - veniva avvicinata e senza che si potesse accorgere di nulla, derubata.

Altro particolare indicativo è stato il rinvenimento in una delle auto utilizzate dai borseggiatori ebolitani in trasferta, do un libro sulle "Fiere, Sagre, Mercati d'Italia e Feste Popolari", un autentico vademecum ad uso dei borseggiatori.

Nel 2011 un'altra operazione del genere condotta in questo caso dalla Polizia Stradale di Orvieto vide arrestare tre persone, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare, con l'accusa di furto aggravato e utilizzo indebito di carta di credito. Ed anche in questo caso finirono nella rete una coppia originaria di Battipaglia di 59 e 46 anni, ma residente a Eboli ed una ragazza 29 enne di Eboli, tutte con lo stesso cognome (anche se negavano di avere grado di parentela tra loro) nonostante fossero già stati arrestati nel 2009 con un'analoga accusa. Anche il quel caso le carte utilizzate erano state sottratte con la tecnica del borseggio.©RIPRODUZIONE RISERVATA