IL REPORT

Fuorni, allarme suicidi nelle celle piene

I dati del Garante regionale: escalation di violenze nel 2020 e 37 detenuti in più rispetto alla capienza. Mancano 28 agenti

SALERNO - Mancanza di agenti di polizia penitenziaria, episodi di autolesionismo e tentativi di suicidio. Ma pure sovraffollamento nelle celle rispetto alla capienza reale del penitenziario. È la fotografia sul carcere di Fuorni (e, più in generale, di tutte le strutture campane) del report annuale 2020 del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione. Tra i numeri più rilevanti emersi dalla relazione, la capienza regolamentare della casa circondariale diretta da Rita Romano : a fronte di una disponibilità di 388 posti, si registra un sovraffollamento di 37 persone con presenza reale di 425 detenuti (387 uomini, 38 donne e 58 stranieri). Inoltre dalla relazione emergono anche alcuni episodi critici avvenuti in quest’anno: se nel report non viene annoverata la rivolta avvenuta lo scorso marzo per il blocco delle visite parentali causa coronavirus, si evidenziano i tanti tentativi di suicidi e di autolesionismo.

Emergenza polizia penitenziaria. Dal report emerge come la problematica più grande del carcere di Fuorni riguardi il personale. Dovrebbero essere 243, infatti, gli agenti di polizia penitenziaria in pianta organica all’interno della casa circondariale di via del Tonnazzo ma l’organico conta solo 215 agenti. Una mancanza di circa 28 unità che, sommata al sovraffollamento nelle celle, crea delle problematiche non indifferenti. Una situazione che è diventata più critica a causa del Covid. Molti agenti, infatti, sono risultati positivi, altri hanno dovuto fronteggiare l’emergenza con maggiori tutele e garanzie. Stando al report annuale del garante della Regione Campania, gli uomini della polizia penitenziaria sono stati quelli più a rischio durante la pandemia: nel 2020 sono 33 gli agenti risultati positivi, rispetto ai cinque detenuti contagiati.

Allarme autolesionismo. Il carcere di Fuorni è un penitenziario che punta alla rieducazione dei detenuti fornendo loro corsi di formazione e diplomi di scuola media e superiore. Nonostante questo, però, i numeri riguardanti gli “eventi critici” non fanno ben sperare. Nel 2020, infatti, a Fuorni sono stati registrati 14 tentativi di suicidio, un suicidio, 93 scioperi della fame e della sete. Inoltre 45 detenuti hanno rifiutato l’assistenza sanitaria e 122 sono stati gli atti di autolesionismo. Una situazione che porta la casa circondariale di Salerno al quarto posto in Campania per eventi critici, subito dopo gli istituti di Benevento, Poggioreale e Santa Maria Capua Vetere. All’interno del report annuale non si fa cenno alla rivolta dei detenuti avvenuta lo scorso marzo e tantomeno alla morte del giovane rapper Giovanni Cirillo , in arte Jhonny. Il 23enne scafatese di origini somale, arrestato per una rapina e portato in cella dopo alcune evasioni dai domiciliari, decise di togliersi la vita all’interno della sua cella scorsa estate. E proprio in estate, visto il numero crescente di atti autolesionisti, il Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria Regionale, in accordo con l’ufficio del Garante e dell’Osservatorio sulla Sanità penitenziaria, ha dato il via ad un tavolo tecnico mirato alla prevenzione del fenomeno. Quello che emerge è come questi atti «determinano un sentimento di solitudine e impotenza negli agenti che finiscono vittime di un’ingiustizia».

Lo scenario in altri penitenziari salernitani. Situazione ben diversa è emersa nella casa circondariale di Vallo della Lucania dove la capienza regolamentare è di 41 unità e sono presenti 39 detenuti - di cui uno solo straniero - e gli unici eventi critici riguardano tre atti di infrazioni disciplinari. Anche in questo caso si registra una mancanza di agenti di polizia penitenziaria con 23 in servizio su una pianta organica ipotizzata di 26. Un’altra fotografia emerge dall’Icatt di Eboli dove non si registra un sovraffollamento - 45 detenuti per 51 “spazi” - e solo una mancanza in pianta organica in termini di polizia penitenziaria. Gli unici numeri critici riguardano 13 atti di infrazioni disciplinari e tre scioperi della fame e della sete.

Federica D’Ambro