RIFIUTI DALLA TUNISIA

Fumata nera sui container: l’analisi al porto non basta

La Regione: «Caratterizzazione al molo, poi Serre». No dei sindaci. Per i pm il campione è insufficiente

SALERNO - Fosse un conclave, dal comignolo di Palazzo del Governo si leverebbe una fumata nera come la pece, al termine della riunione del comitato per la sicurezza chiamata invano a dirimere il nodo dei 213 container di rifiuti rimpatriati dalla Tunisia, al porto da 27 giorni - che il prefetto, Francesco Russo, ha esteso al vicepresidente della giunta regionale, Fulvio Bonavitacola , al capo dell’Ente d’Ambito, Giovanni Coscia , e ai sindaci di Serre ( Franco Mennella ), Altavilla ( Franco Cembalo ), Campagna ( Roberto Monaco ), Eboli ( Mario Conte ) e Battipaglia (la vice Gabriella Catarozzo ). Il prefetto media, e Bonavitacola, il presidente della Provincia Michele Strianese e Coscia contropropongono la preannunciata terza via: caratterizzazione d’un ancor più ridotto campione (nove, anziché 33, a fronte dei 213) di container nell’impianto “vista mare” della “Trirena” (anziché a Serre) e poi, fugati i dubbi sulla natura del pattume - i pm potentini, che riferiscono di foto di scarti ospedalieri nelle mani del procuratore nazionale Antimafia dalla magistratura tunisina -, il “pacifico” spostamento di poco più di 6mila tonnellate dei (conclamati) rifiuti misti a Persano. Ipotetica analisi “vista mare” che, ad ora, non raccoglie l’entusiasmo degli inquirenti (indaga Vincenzo Montemurro , pm della Dda di Potenza), non fosse altro per il campione: appena nove box, viste le dimensioni dell’impianto. «Il campione è probante», dice l’Arpac. L’ultima parola, però, spetta alla Procura di Potenza, che domani incontrerà la rup regionale Liliana Monaco , custode giudiziaria.

Ai pm lucani, guidati da Francesco Curcio , è arrivato pure un esposto a firma di Mennella, che in Prefettura, supportato dai sindaci della Piana, è categorico: «Il procuratore nazionale Antimafia scrive di foto con rifiuti sanitari. Noi non vogliamo questi container, senza se né ma, a prescindere dalla caratterizzazione ». Mennella e gli altri non guardano neppure al porto (il banchinaggio, ha ricordato ieri Bonavitacola, ci sta costando tra i 15mila e i 20mila euro al giorno): «Si vada alla “Sra” di Polla, che ha spedito i rifiuti in Tunisia, o, in alternativa, all’impianto di “Salerno Pulita” a Ostaglio». La replica arriva da Strianese, che comunque, dal canto suo, non firmerà l’ordinanza finché non s’avrà contezza dello stoccaggio dei rifiuti all’indomani della caratterizzazione: «La “Sra” ha un contenzioso con la Regione ed è oggetto d’indagini da parte della stessa autorità giudiziaria. È infattibile. Per l’impianto di Ostaglio, invece, tra impermeabilizzazione e antincendio, non ci sono le caratteristiche che in provincia ha solo il sito di Persano». Poi chiosa: «Siamo disponibili verso le comunità, ma prima o poi le decisioni vanno prese».