Fuga di gas mortale I proprietari di casa rischiano il processo

Padre e figlia persero la vita nell’abitazione delle vacanze La Procura: «Il tubo della bombola era illegale e pericoloso»

Ci sono due imputati per l’esplosione in cui trovarono la morte, lo scorso agosto, Achille Renis e la figlia Maria Grazia. A rischiare il processo con l’accusa di omicidio colposo sono i proprietari dell’appartamento di località Lido Lago che gli era stato fittato per le vacanze e che una fuga di gas fece saltare in aria. Una perdita di gpl – ha ricostruito la Procura – causata dal mancato rispetto della normativa, e dalla mancata sostituzione di un tubo in gomma scaduto cinque anni prima. Fu in quel tubo di adduzione dalla bombola al piano cottura che i vigili del fuoco rilevarono la profonda lacerazione da cui il gas fuoriscì invadendo l’appartamento. Erano le 2.30 della notte tra il 2 e il 3 agosto 2015 quando la famiglia di vacanzieri arrivata dal Bresciano rientrò in casa accendendo la luce, innescando la deflagrazione che avrebbe distrutto l’abitazione e causato sui corpi del 61enne e della figlia di 36 anni ustioni gravissime per le quali sarebbero deceduti una settimana dopo all’ospedale Cardarelli di Napoli. In casa c’era anche il figlio 17enne di Maria Grazia, che fu ricoverato in prognosi riservata ma riuscì a salvarsi.

Adesso per quella esplosione il pubblico ministero Giovanni Paternoster chiede il rinvio a giudizio della proprietaria di casa Emanuela Pappalardo, originaria di Nocera Inferiore, e del fratello Sandro, che abita a Battipaglia e che di fatto gestiva quell’appartamento al primo piano, peraltro risultato privo del certificato di agibilità. Sarebbe stato lui a occuparsi anche della forniture delle bombole, collegate al piano cottura con un metodo che la Procura definisce «inidoneo e pericolosissimo». Nel capo d’imputazione si precisa che l’utilizzo di un adduttore in gomma è una metodica «espressamente vietata per gli elettrodomestici da incasso» e che il collegamento deve invece avvenire «necessariamente mediante l’utilizzo di tubazione metallica rigida o con tubo flessibile in acciaio inossidabile». E non è tutto. Perché il tubo utilizzato nell’appartamento di Lido Lago è risultato non solo inidoneo per tipologia ma anche scaduto sin dal 2010, quindi «del tutto privo delle caratteristiche di elasticità, per decadimento delle sue proprietà fisico-meccaniche».

Ai fratelli Pappalardo sono contestati i reati di omicidio colposo, incendio e danneggiamento colposo. Per il magistrato hanno posto in essere «condotte (commissive e omissive) gravemente colpose, in quanto contrarie sia alle più comuni regole di ordinaria prudenza e diligenza sia alle precise disposizioni precauzionali imposte dalla normativa».

Secondo i rilievi tecnici il vecchio flessibile si è lacerato quando la gomma non ha più retto lo schiacciamento imposto dalla piegatura, lasciando fuoriuscire il gpl che ha saturato l’ambiente e innescato l’esplosione appena la famiglia di villeggianti è rientrata in casa. Avevano preso in fitto quell’appartamento per due settimane, nella prima metà di agosto, aggregandosi a un gruppo arrivato dal Napoletano. La loro vacanza era iniziata da appena due giorni quando è finita con il boato dello scoppio. Una tragedia che secondo gli inquirenti poteva essere evitata.

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