La scheda

Fu realizzata per Doria feudatario di Eboli

NAPOLI. Il dipinto fu realizzato per Marcantonio Doria, signore genovese e feudatario di Eboli. Fu eseguita dal Caravaggio a Napoli e a fine maggio 1610 giunse a Genova. Tra alterne vicende essa...

NAPOLI. Il dipinto fu realizzato per Marcantonio Doria, signore genovese e feudatario di Eboli. Fu eseguita dal Caravaggio a Napoli e a fine maggio 1610 giunse a Genova. Tra alterne vicende essa pervenne, dopo la prima guerra mondiale, a Eboli in una Villa di campagna dei Doria e lì vi rimase fino alla vendita alla Banca Commerciale di Napoli da parte della baronessa Romano Avezzano, che l’aveva acquistata dalla famiglia Doria. La paternità caravaggesca fu provata soltanto nel 1980, in uno studio di Vincenzo Pacelli e Ferdinando Bologna. La freccia che trapassa il petto dell’incredula Orsola quasi non provoca dolore, nonostante il fiotto di sangue che sgorga violento. Al dramma assiste anche il pittore, autoritrattosi nel volto dell’uomo alle spalle della martire. La Santa non è attorniata dalle tradizionali compagne, né vi è alcun segno distintivo del suo nobile rango sociale. Il dramma avviene in un’atmosfera umbratile, con repentini guizzi di luce violenta che investono i volti dei presenti. L’iconografia caravaggesca del “Martirio di Sant’Orsola” sfugge ai canoni iconografici tradizionali. A essa si conformarono dipinti di analogo soggetto di altri artisti, tra i quali Massimo Stanzione, Giovan Bernardo Azzolino, Bernardo Strozzi e due opere di Giovan Francesco De Rosa, pur con i necessari elementi stilistici propri, differenti dal linguaggio pittorico di Caravaggio. (g. p.)