l’opera

Fu consegnata nel lontano 1972 e pagata solo 800 “ducati”

EBOLI. Il gruppo scultoreo di Eboli, in legno policromo, raffigura la Madonna che sorregge, piange e mostra al mondo il figlio morto e angeli che recano gli strumenti del martirio di Gesù. L’opera...

EBOLI. Il gruppo scultoreo di Eboli, in legno policromo, raffigura la Madonna che sorregge, piange e mostra al mondo il figlio morto e angeli che recano gli strumenti del martirio di Gesù. L’opera presenta un impianto geometrico e volumetrico piramidale, la cui origine è nella celeberrima “Pietà” di Michelangelo Buonarroti in S. Pietro in Vaticano. Vi sono altri riferimenti iconografici che si possono rilevare nell’opera di Giacomo Colombo, come - per esempio - un dipinto di analogo soggetto del Gaulli, conservato a Roma, o il particolare con l’angelo che sorregge nell’articolazione del gomito, tra braccio e avambraccio, la lancia che trafisse il costato di Gesù e l’asta con la spugna imbevuta di fiele

Nel 1703 la Pietà del Colombo fu periziata da tre artisti: Giacomo Bonavita, Domenico Di Nardo e Vincenzo Ardia che stabilirono il prezzo da pagare da parte del clero della Collegiata di Eboli, ben 1250 ducati! Ma Giacomo Colombo chiese come compenso “soltanto” 800 ducati, rinunciando ai restanti 450. L’opera fu consegnata al clero della Collegiata e alla popolazione ebolitana forse nel 1702 (o tra il 1703-1705) e il pagamento fu rateizzato fino al 18 dicembre 1709 quando il Colombo ebbe a saldo, da don Antonio De Clario, anche il pagamento del “rame seu stampa” di mano dello stesso Colombo, ossia un’incisione raffigurante la “Pietà” di Eboli come immagine devozionale, ma di cui si è persa traccia. (g.p.)