OPERAZIONE "FOOD & FRAUD"

Frode internazionale sulle esportazioni con base nel Salernitano: evasi 115 milioni di euro

Gli indagati fingevano la vendita d prodotti alimentari all'estero per non pagare l'Iva: gli alimenti venivano ceduto a grossisti locali

ANGRI - Una frode a carattere transnazionale è stata scoperta dalla Guardia di finanza di Salerno nell'ambito di una inchiesta denominata "Food & Fraud" coordinata dalla procura di Vallo della Lucania. I militari delle Fiamme Gialle hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di tre persone ritenute responsabili della frode fiscale a carattere transnazionale da oltre 115 milioni di euro che, secondo l'ipotesi investigativa, sarebbe stata commessa tra Italia, Croazia e Bulgaria, attraverso l'emissione di fatture false relative a operazioni di compravendita di bevande, generi alimentari e articoli per la casa. L'indagine è stata avviata approfondendo alcune segnalazioni per operazioni sospette che riguardavano bonifici per importi di diversi milioni di euro disposti da tre imprese del Salernitano a favore di una società croata e di una bulgara.

Per gli inquirenti, le aziende, italiane ed estere, erano delle "cartiere", costituite solo per emettere e ricevere fatture fasulle. Dalle visure eseguite alle banche dati, una delle imprese avrebbe avuto sede legale e i propri uffici presso quello che, in realtà, era un mero recapito postale ad Agropoli, mentre l'altra in un vecchio container di proprietà di un cementificio di Cicerale. Inoltre, entrambe le società erano prive di una propria struttura logistico-amministrativa, senza personale e mezzi necessari per esercitare un'attività imprenditoriale. Tra l'altro, a dirigerle, secondo quanto ricostruito, sarebbe stato posto un cittadino di nazionalità romena che si è reso, poi, irreperibile sul territorio nazionale. Attraverso anche la cooperazione internazionale, le intercettazioni telefoniche e gli accertamenti bancari, i finanzieri sono riusciti a individuare colui che ritengono essere l'ideatore del meccanismo fraudolento in quello che era l'unico amministratore di fatto delle diverse imprese coinvolte sia italiane che estere.

Tra le province di Benevento e Salerno, nel corso delle perquisizioni, è stato scoperto un ufficio che gli inquirenti della procura di Vallo della Lucania definiscono "occulto", realizzato in un appartamento di Angri, nel Salernitano, dove sono stati rinvenuti e sequestrati telefoni cellulari, timbri aziendali, carnet di assegni e diversi personal computer, sui quali era memorizzata una copiosa documentazione contabile e amministrativa che sarebbe riconducibile alle varie persone giuridiche oggetto d'indagine.

Per procura e Finanza, la truffa realizzata avrebbe permesso ai responsabili di comprare merce in Italia per diversi milioni di euro, godendo indebitamente degli sgravi fiscali scaturenti dalla compilazione di dichiarazioni d'intento - cioè documenti con cui gli esportatori abituali possono effettuare operazioni senza l'applicazione dell'Iva, essendo i prodotti oggetto d'acquisto destinati alla rivendita ad altri operatori economici comunitari - risultate poi ideologicamente false. La merce acquistata, che formalmente appariva trasportata e venduta in Croazia e in Bulgaria, non avrebbe mai lasciato l'Italia, ma sarebbe stata ceduta, per il tramite delle aziende salernitane, a grossisti locali del settore alimentare, senza perciò poter beneficiare in maniera legittima del regime di esenzione d'imposta.

Il pm della procura vallese ha disposto un sequestro preventivo d'urgenza per un importo complessivo di oltre 2,7 milioni di euro, in relazione al quale i militari delle Fiamme Gialle hanno cautelato liquidità finanziarie per circa 600mila euro e crediti commerciali presso terzi per più di 2 milioni di euro. I presunti responsabili sono stati, intanto, denunciati per i reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, occultamento o distruzione di documenti contabili e omesso versamento dell'Iva, ipotesi ora al vaglio dell'ufficio inquirente di Vallo della Lucania.