IL MESSAGGIO DELL'ARCIVESCOVO

Fratellanza e umanità nel nome di Matteo

Ritroviamo le ragioni profonde del messaggio del Santo Patrono

«Peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla», così ammoniva Papa Francesco, il 31 maggio scorso, nell’omelia di Pentecoste. Ora, forse, ci accorgiamo meglio che questa triste eventualità è possibile. Se nei mesi del lockdown tutti eravamo ammirati dal senso di responsabilità espresso da tante persone, dai medici e infermieri ai volontari della Protezione civile, da coloro che hanno continuato il lavoro quotidiano per garantire a tutti le condizioni minimali per vivere a tutti gli addetti alla sicurezza, e ancora da tantissimi altri, oggi nella società civile emergono sempre più segni di insofferenza e rinnovati cedimenti alla litigiosità. La tentazione di guardare esclusivamente al proprio benessere e di “puntare il dito” verso gli altri si affaccia sempre più prepotentemente. Certamente si notano a volte, a livello delle istituzioni ma non solo, incertezze, carenze, confusione sulle vie da intraprendere - pensiamo, ad esempio, alla ripresa delle attività scolastiche - , ma occorre non dimenticare che la crisi che stiamo attraversando è realmente complessa, difficilmente configurabile nelle prospettive e agente a livelli diversi della vita sociale. Il problema è che sembra essere ritornati ad una conflittualità sociale esasperata e gli atti di violenza sproporzionati e gratuiti delle ultime settimane non sono altro, purtroppo, che la punta di un iceberg di un disagio profondo che forse il Covid-19 ha amplificato. C’è assoluto bisogno di ritrovare ideali, valori, figure di riferimento che aiutino le persone e la società a camminare, certi di un significato più grande che ci unisce tutti, al di là e oltre le differenze politiche, culturali, di razza e anche di religione. Il prossimo 3 ottobre Papa Francesco pubblicherà la sua terza enciclica dal titolo “Fratelli tutti” sulla fraternità e l’amicizia sociale. Sarà un documento che inviterà ogni persona ed ogni istituzione a riflettere e ad impegnarsi su questa dimensione fondamentale dell’esistenza umana. Oggi, 21 settembre, la Chiesa e, più in generale, tutta la città di Salerno festeggia il suo Santo Patrono: l’apostolo ed evangelista Matteo. Da sempre questa città ha trovato nel Santo e in ciò che egli rappresenta – ovvero tutta la grandezza e ricchezza dell’annuncio evangelico e della tradizione cristiana – un punto di riferimento fondamentale per costruire una vita sociale fondata sugli ideali del rispetto della persona, dell’uguaglianza, dell’accoglienza della difesa del più debole. Quest’anno, per le note ragioni, non si svolgerà la processione. Forse questa “mancanza” – che certamente ci addolora – potrà tuttavia diventare un’occasione propizia per ritrovare le radici profonde e più spirituali della nostra devozione a San Matteo, chiedendo a lui che ci aiuti a rinvenire il senso originario di questa tradizione e di questo affetto che ci unisce tutti al nostro Santo Patrono, senso che ha oggettivamente un legame indissolubile con la fede cristiana. Sarebbe, questo, un modo per onorare e festeggiare San Matteo ancora più autenticamente.

+Arcivescovo della Diocesi di Salerno-Campagna-Acerno