IL PROCESSO

Frasi spinte e minacce: il militare stalker di Sarno si difende

Davanti al giudice l’uomo ha detto di essersi trovato «altrove» all’epoca dei fatti contestati

SARNO. Si è difeso punto per punto, il caporalmaggiore dell’Esercito accusato di stalking nei confronti di una funzionaria del Comune di San Valentino Torio. Davanti al giudice l’uomo di Sarno, già più volte colpito da provvedimenti restrittivi, ha detto di essersi trovato «altrove» all’epoca dei fatti contestati, in particolare per quanto riguarda gli episodi del maggio scorso. «Ero per lavoro a Forlì», ha spiegato al giudice nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Per il terzo episodio, nel quale era contestato uno sputo, l’indagato – che è difeso dall’avvocato Stanislao Sessa – ha detto di aver sputato a terra, solo perché aveva sentito la sua vittima dire ad un’amica «a questo l’ho rovinato».
A carico del militare, nell’ordinanza firmata dal gip su richiesta della Procura di Nocera, dopo accurate indagini dei carabinieri della stazione di San Valentino Torio,si ipotizzano comportamenti ossessivi, minacce, pedinamenti e intimidazioni, regolarmente denunciati per anni, fino agli ultimi mesi del 2017, dalla donna, una impiegata comunale. Agli atti c’è anche una lettera, l’ultima di una serie, mandata dal carcere di Santa Maria Capua Vetere dallo stalker alla sua vittima, con lamenti per la detenzione e minacce esplicite: «Io non dimentico nulla, la colpa è solo tua, devi soffrire».
L’uomo, un sarnese 41enne, aveva conosciuto la donna durante la separazione dalla sua ex moglie, cominciando ad invaghirsi di lei. Poi aveva preso a mandarle lettere d’amore anche spinte, tempestandola di telefonate, citofonando a casa sua di notte, «manifestando espliciti interessi sessuali nei suoi confronti, esprimendo fantasie erotiche e apprezzamenti volgari». Agli atti dell’informativa redatta dai carabinieri di San Valentino, guidati dal comandante Corvino, erano finite diciotto lettere ricevute dalla vittima e sottoscritte dallo stalker, con le frasi spinte, oltre alle relazioni di servizio in cui la vittima chiamava le forze dell’ordine perché «esasperata dal comportamento dell’uomo».
Dopo gli ultimi fatti di agosto, con nuove minacce, parole pesanti e avvertimenti, il militare è finito in carcere, ancora una volta.

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