Frane, smottamenti e assenza di fogne Casamilite a rischio

Cinquecento persone dimenticate da due amministrazioni Nel torrente Mandrizzo finiscono detriti e rifiuti di ogni tipo

Una terra divisa a metà, tra Nocera Superiore e Cava, dimenticata da amministrazioni e dalle piante catastali. La degradante condizione in cui versa la comunità di Casamilite, piccola frazione spaccata in due lungo le pendici dei Monti Lattari, rivela un continuo ed esasperante quadro idrogeologico, e non solo. Durante il periodo autunnale, questa porzione di territorio, sul quale abitano circa 500 persone tra nocerini e cavesi, è a rischio frane ed è attraversata dal torrente Mandrizzo. Masse di rocce carbonatiche sulle quali sono poggiati strati di argilla, pronte a lisciviare il materiale verso la parte valliva, portandosi tutto dietro. Ma la criticità più evidente è la presenza di un ponte, quello dell’autostrada, che passa proprio sopra l’unica via d’uscita. Il problema è che il ponte è troppo basso e non possono entrare ambulanze né vigili del fuoco.

La scorsa settimana, per un’emergenza sanitaria, l’ambulanza non era riuscita a passare: gli inservienti hanno dovuto svitare la sirena dal tetto del mezzo. In quel punto, scorre anche il torrente Mandrizzo, il cui alveo risulta sopraelevato rispetto al piano stradale con il rischio, durante i forti temporali, di esondazione lungo la carreggiata: la vasca a valle, dove si strozza il corso d’acqua infilandosi nei sotterranei, spesso si riempie di erbacce e fango, pezzi di legno e pietre, impedendo alla corrente un deflusso regolare.

Non è tutto. Sempre su questi territori, insistono i lavori della Snam, società che si occupa di trasporto del gas naturale, il cui metanodotto, a quanto raccontano gli abitanti del circondario, avrebbe subito uno sprofondamento: durante il giorno, la puzza di gas si spargerebbe su tutto il fazzoletto collinare. Infine, l’assenza delle fogne. Le abitazioni hanno vasche settiche, che gli abitanti di Casamilite sono costretti a svuotare ogni dieci giorni, con dispendio di energie economiche. «La condizione in cui viviamo è davvero disastrosa», tuona il presidente del comitato cittadino, Domenico Milite. «Dove dobbiamo andare in caso di calamità naturale? Ci hanno abbandonato. Addirittura, la strada per salire, al catasto non esisterebbe, così come non sappiamo se esiste ancora un progetto di riqualificazione». E sul fattore fogne, Milite spiega che «siamo stati costretti a scaricare acque reflue nel Mandrizzo. Il camion per spurgare la vasca settica non passa e dobbiamo chiamare un camioncino piccolo spendendo quasi 300 euro ogni volta».

Naturalmente, in conseguenza dello scarico, vengono spiccati anche verbali da parte del Consorzio di Bonifica. Il Movimento Giovani Casamilite, per cercare una piccola svolta sociale, ha voluto inaugurare, dieci giorni fa, una madonnina, benedetta da don Roberto Farruggio.

Sempre loro sono stati costretti ad affiggere sulle mura della piccola traversa, alla quale si accede dalla nazionale e quasi invisibile agli occhi, il toponimo della frazione, dato che la targa preesistente non c’era più da tempo: l’unico segnale posto dalle amministrazioni comunali era un foglio di plastica con le scritte San Giuseppe al Pozzo e Casamilite, ormai logoro.

Esisteva un progetto che prevedeva l’allargamento e la riqualificazione della strada con l’innesto dei sottoservizi fognari. Il piano risaliva al 2010 ed era stato appaltato. L’allora amministrazione Montalbano aveva anche acceso un mutuo di un milione di euro con la Cassa Depositi e Prestiti. Tuttavia tra la società vincitrice e la seconda in graduatoria era nato un contenzioso, con battaglie legali che hanno prodotto il rallentamento del progetto. Risultato: nessun lavoro avviato e gara annullata. Una situazione che i comuni di Nocera Superiore e Cava si rimpallano a vicenda. «Le istituzioni garantiscono che noi possiamo passare sotto al ponte facilmente? Hanno la coscienza pulita?», si domanda l’attivista Alessandro Lambiase.

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