Il dossier

Frane e alluvioni, Salerno e la Costiera ad alto rischio

Secondo l'Ispra nel comprensorio sono oltre mille i chilometri quadrati minacciati a causa del dissesto idrogeologico. Livello record di pericolo per la Divina

SALERNO. Il 100 per cento dei comuni della provincia di Salerno è a rischio di dissesto idrogeologico elevato o molto elevato. Il dato allarmante si ricava dal nuovo rapporto pubblicato lo scorso 29 febbraio dall’Ispra - l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale - dal titolo “Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio”. Un record negativo inevitabile, quello della provincia salernitana, che risulta tra le prime cinque in Italia con la maggiore superficie ad elevato rischio idrogeologico. Secondo il rapporto Ispra sono infatti 1.117,8 i chilometri quadrati di territorio con un livello di pericolosità da frane e alluvioni elevato e molto elevato; vale a dire il 22,6 per cento del totale.

I primi fattori che determinano il dissesto idrogeologico di un’area geografica sono sicuramente le caratteristiche geo-morfologiche, e quindi il suolo, il sistema montuoso e i bacini idrici. Ma l’urbanizzazione selvaggia, all’insegna dell’assenza di una corretta pianificazione territoriale, “può generare incrementi fuori controllo di fenomeni dannosi, come frane e alluvioni, specialmente lì dove l’abusivismo edilizio ha superato il 60 per cento, come in tutte le regioni dell’Italia Meridionale», si legge nel rapporto diffuso dall’Ispra.

Tutti i comuni della Costiera amalfitana, ad esempio, superano l’80 per cento di superficie ad alto rischio. Quasi l’87 per cento della popolazione amalfitana è ad altissimo rischio: 4.444 persone su 5.100 abitanti circa. A Salerno le aree interessate ad alta pericolosità rappresentano il 22,7 per cento per un totale di 13,58 chilometri quadrati, ma la popolazione coinvolta è di 4.877 persone a causa dell’alta densità abitativa del capoluogo, tipica delle città costiere. E sono proprio le aree costiere, a ridosso dei sistemi montuosi, le più problematiche, vista la loro morfologia.