«Francesco ha cambiato la mia vita»

Parla il parroco di Torre Orsaia: prima la lettera al Papa, poi la telefonata del Pontefice e la messa concelebrata a Roma

TORRE ORSAIA. Dopo la telefonata di Papa Francesco e l’incontro a Roma col Santo Padre, il giovane sacerdote don Pasquale Pellegrino guarda con occhi nuovi alle sue comunità. Il presbitero della diocesi di Teggiano-Policastro all’età di soli 26 anni rilegge la sua vocazione e la sente rinvigorita. È una storia di vita particolare fatta di sofferenza ma anche di speranza, di luce e di novità raccontata a Tv 2000, ospite di Gabriella Facondo nello spazio Azzurro di “Nel cuore dei giorni”.

Pasquale era un ragazzo quando un suo amico morì di leucemia. Un dolore che lo toccò profondamente portandolo a riflettere sui veri valori e sul dono della vita stessa. Fu proprio allora che sentì la chiamata al sacerdozio ma la sofferenza era dietro l’angolo.

Guida pastorale delle parrocchie di Torre Orsaia e Castel Ruggero, anche lui, come il suo amico, scopre di avere la leucemia. Periodo difficile nel quale non smarrisce il dono della fede e scrive a Papa Francesco.

Un giorno squilla il suo cellulare con “identità riservata”. Don Pasquale risponde per dovere a colui che chiama in incognita e che poi si presenta come Papa Francesco. Ed è veramente Papa Bergoglio perché fa subito riferimento alla sua lettera. Il Pontefice manda un saluto alle sue comunità parrocchiali e don Pasquale porta quel saluto inconsueto dopo un mese.

La sua riservatezza è davvero grande. Poi, l’incontro nella chiesa di Santa Marta a Roma il 16 settembre dove viene invitato a concelebrare con Papa Francesco.

Da laico la morte dell’amico lo avvia sulla strada del sacerdozio. Da sacerdote torna la sofferenza. Poi, la telefonata e l’incontro con Papa Bergoglio sembrano aprire un nuovo percorso rinnovato.

«La cosa più importante è ciò che nasce dentro di me, io sottolineo quella che è stata la mia sensazione per la telefonata e l’incontro- ha riferito don Pasquale – quello che mi ha fatto bene è stata l’attenzione del Papa come persona, il tempo che mi ha dedicato nel leggere la mia lettera e nel telefonarmi, l’ho visto come un messaggio di attenzione alla mia vita e da questa esperienza io devo ripartire rinnovando la stessa attenzione verso quelli che me la chiedono e anche verso gli altri, verso tutti».

La telefonata del Papa è stato un primo passo di un nuovo cammino di speranza del giovane parroco.

L’incontro e l’abbraccio con Papa Francesco, il secondo passo.

Il terzo è lo stupore che custodisce nel suo cuore per le prime due e che gli hanno fatto riscoprire la sua attenzione verso le sue comunità ed ogni persona, credente o non che incontra.

Lucia Giallorenzo

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