Frana Sarno, niente sconti per l’ex sindaco Basile

La Cassazione rigetta il secondo ricorso: confermata la condanna a cinque anni In Appello trasformata la pena accessoria: l’interdizione non è più perpetua

SARNO. La Cassazione ha rigettato il ricorso straordinario presentato dai legali dell’ex sindaco di Sarno, Gerardo Basile. La decisione negativa dei giudici della Suprema Corte è arrivata nonostante la Procura generale avesse sostenuto le richieste della difesa riguardo l’errata o mancata valutazione di alcuni elementi processuali.

L’istanza, molto simile ad una impugnazione, era stata presentata dopo la conferma della stessa Corte nel marzo scorso della condanna di Basile a 5 anni di reclusione con interdizione dai pubblici uffici decisa dalla Corte d’Appello di Napoli nel dicembre 2011 per i morti provocati dalla tragica frana del ’98. L’ex primo cittadino di Sarno, difeso di fiducia dall’avvocato Silverio Sica, ha ottenuto però dalla Corte d’Appello la trasformazione della pena accessoria dell’interdizione da perpetua a temporanea, salvando il lavoro di insegnante e i relativi benefici.

Basile, imputato per omicidio colposo plurimo, aveva ottenuto due assoluzioni in primo e secondo grado prima del rinvio della Cassazione, con la celebrazione del nuovo processo d’appello e la condanna arrivata nel dicembre 2011 dalla Corte d’Appello di Napoli, confermata dalla III Sezione. La Corte in quel caso rigettò il ricorso dell’avvocato Sica, con oltre 10 motivi di illegittimità a sostegno dell’impugnazione, con analoga sorte per il ricorso straordinario, ora rigettato dalla IV sezione.

Ora per l’ex primo cittadino resta il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, dove verranno riproposti gli assunti giuridici della straordinarietà e l'imprevedibilità del fenomeno delle colate rapide e l'impossibile evacuazione.

Il processo ha messo in fila in nove anni due assoluzioni, con cinque anni per il primo grado e quattro anni per l’appello, con un altro anno nel quale la Suprema Corte ha rinviato al nuovo secondo grado, con la condanna confermata due volte. Il nuovo fronte è ora la Corte Europea dei diritti dell’uomo, per verificare l’aderenza del nostro sistema ai principi sanciti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Per la drammatica frana di Sarno avvenuta nella notte tra il 5 e il 6 maggio del 1998, che causò la morte di 137 persone, la corte d’appello condannò con Basile la Presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero dell’Interno e il Comune di Sarno, con una provvisionale di 30mila euro immediatamente esecutiva e il pagamento dei risarcimenti per i familiari delle vittime costituiti parte civile da stabilirsi in sede civile. Gli ermellini rinviarono il procedimento alla Corte d’Appello di Napoli con la condanna poi confermata. L’ex sindaco si trova ora ai domiciliari col permesso di lavoro disposto dai giudici.

Alfonso T. Guerritore

©RIPRODUZIONE RISERVATA