Frana a San Gregorio Magno: tutti al lavoro per spalare il fango

Con le prime luci dell’alba il quadro di quanto accaduto nel tardo pomeriggio di venerdì è apparso chiaro. Uno squarcio nella montagna a circa 1200 metri ha dato origine al movimento franoso. L’acqua è venuta giù per oltre cinquecento metri, raccogliendo lungo la strada di tutto

Passata la notte di paura, si lavora per ripulire le case. Volontari e protezione civile spalano fango e detriti che hanno invaso le abitazioni di localitá Teglie. I residenti cercano di recuperare beni sommersi dalla melma mentre si lavora senza sosta per far rientrare quanto prima le 50 famiglie sfollate.

La frana non ha leso le strutture abitative, che hanno resistito all’urto violento dell’acqua. Ed è stata una salvezza. Altrimenti il bilancio sarebbe stato ben più grave.

Con le prime luci dell’alba il quadro di quanto accaduto nel tardo pomeriggio di venerdì è apparso chiaro. Uno squarcio nella montagna a circa 1200 metri ha dato origine al movimento franoso. L’acqua è venuta giù per oltre cinquecento metri, raccogliendo lungo la strada di tutto. Metro dopo metro, i torrenti Matruro e Vadurso si sono ingrossati, riversando la piena di fango sulle case di Teglie: un nugolo di abitazioni sulla provinciale che collega San Gregorio a Buccino. Duecento persone hanno rischiato la vita. Sono state dieci ore di angoscia. Solo intorno alle 2 del mattino, infatti, l’acqua è rientrata nel greto dei due valloni.

Tra le case di Teglie erano a lavoro un centinaio di persone. I volontari si muovevano tra i mezzi della protezione civile e dei vigili del fuoco. Le ruspe ripulivano la strada dai detriti e da grossi massi e tronchi di albero venuti giù dalla montagna. Si è scavato anche per rimuovere il terriccio che ha sommerso una decina di auto parcheggiate in strada, travolte dalla massa di materiale mossa dal movimento franoso. I vigili del fuoco (presenti squadre dei distaccamenti di Salerno, Eboli e Sala Consilina) hanno prestato soccorso anche a un allevatore di suini, la cui stalla è stata invasa dal fango. Una decina di maiali sono morti e i caschi rossi hanno rimosso le carcasse.

La gente del posto è disperata davanti a tanta distruzione. Ma, per alcuni, il disastro era "annunciato". Cinque anni fa c’era stata una piena minacciosa del Vadurso. Quelli del posto lamentano la scarsa manutenzione e l’assenza di interventi idraulico-forestali di messa in sicurezza dei valloni minacciosi.

I residenti di Teglie, dopo una nottata tempestosa, ieri si guardavano intorno e nei loro occhi traspariva un velo di tristezza. Non era un bello spettacolo vedere le proprie masserizie ammassate in strada. L’obiettivo comune è quello di tornare preso alla normalitá e far rientrare gli evacuati in casa. L’altra sera è stata firmata in tutta fretta, dal sindaco Gerardo Malpede, un’ordinanza di sgombero per 50 famiglie che sono stati ospitate nelle strutture alberghiere di Contursi Terme o da familiari che si sono resi disponibili ad accoglierli.

E’ ancora presto per fare una valutazione dei danni, come ha affermato anche l’assessore provinciale Antonio Fasolino. Ci sono le perdite e i danni subiti dalle famiglie e, non ultimo, le conseguenze del danneggiamento idrogeologico della zona che necessitá ora di un intervento di messa in sicurezza.

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