Fra Gigino indagato per il “bambinello”

La Procura ha concluso le indagini e accusa il religioso di abuso della credulità popolare per il sangue sulla statuina

Il reato è quello di “abuso della credulità popolare” e l’indagato e padre Luigi Petrone, sotto accusa per le lacrime di sangue sulla statua del bambin Gesù che avrebbe portato a Cava dalla Terra Santa, e che per tre volte ha esposto al pubblico richiamando nel convento francescano centinaia di fedeli. Il sostituto procuratore Roberto Penna ha chiuso le indagini sulla vicenda, e ai carabinieri della tenenza di Cava sono arrivati i documenti per la notifica al religioso. Ora fra Gigino ha venti giorni di tempo, per chiedere di essere interrogato e provare a dare la sua versione dei fatti, poi il magistrato potrà far partire la richiesta di rinvio a giudizio.

L’inchiesta è stata avviata per la prima volta nel 2010, quando la statua fu messa sotto sequestro. Gli accertamenti affidati al Ris di Parma rivelarono che quel liquido rosso comparso sulle gote del bambinello era sangue umano. «È del gruppo Ab, lo stesso di altri miracoli» scrisse in una lettera aperta il frate. Ma per gli inquirenti quel sangue non ha niente di soprannaturale ed è probabile che sia stato collocato sotto gli occhi della statuetta utilizzando una siringa. Al sacerdote sono contestati tre episodi. Il primo nell’ottobre del 2010, quando per la prima volta gridò al miracolo aprendo la stanza con il bambinello alle autorità civili e religiose, che poterono vedere sul viso della statua le macchie rosso vivo. Gli altri in occasioni delle festività natalizie degli anni successivi, quando la statua fu esposta in chiesa collocata in una teca e circondata da fiori.

Nel 2010 l’indagine partì subito e l’icona religiosa fu portata via, finché nel febbraio del 2011 il Tribunale del Riesame ne dispose il dissequestro ma vietò l’esposizione alla venerazione popolare. Fra Gigino non si scoraggiò, e ne mise in chiesa la fotografia, finché anche sulla statuina vennero meno i vincoli e potè tornare alla vista dei fedeli. Alta circa ottanta centimetri e raffigurante un Gesù bambino in trono con il mondo in una mano e l’altra nell’atto di benedire, la statua è stata mostrata al pubblico nei giorni tra il Natale e l’Epifania degli ultimi due anni ed è probabile che padre Luigi si apprestasse a fare lo stesso il prossimo dicembre.

Anche se sulla natura del fenomeno la Chiesa non si è ancora espressa, l’autorità religiosa non ha messo veti sull’esposizione dell’effigie nel santuario in occasione delle ricorrenze. Ora però fra Gigino dovrà fare i conti con le mosse della Procura di Salern, che ha tirato le fila dell’inchiesta e che per quel bambinello venerato dai fedeli potrebbe presto portarlo in un’aula di Tribunale.

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