«Fra Gigino è ammalato» Salta processo al miracolo

Rinviato di quasi un anno l’avvio del giudizio per abuso della credulità popolare Secondo la Procura le lacrime sulla statua del “bambinello” erano posticce

Un ricovero in day hospital fa slittare di quasi un anno l’avvio del processo per padre Luigi Petrone, che la Procura di Salerno ha messo sul banco degli imputati con l’accusa di avere spacciato per miracolo quelle lacrime su una statua del bambin Gesù che gli inquirenti ritengono invece posticce. Ieri il processo sarebbe dovuto cominciare davanti al giudice Gabriella Passaro, ma il difensore del frate ha opposto l’impossibilità dell’imputato a partecipare all’udienza a causa di un ricovero in day hospital. Agli atti non risulta il deposito di un certificato medico, ma il giudice ha comunque consentito il rinvio disponendo però l’integrale sospensione dei termini di prescrizione del reato. Se ne riparlerà tra poco meno di un anno, il prossimo ottobre, quando il sostituto procuratore Roberto Penna chiederà l’acquisizione degli elementi di prova.

Fra Gigino è accusato di abuso della credulità popolare per aver esposto più volte, nella chiesa di San Francesco, una statua del Bambin Gesù su cui dichiarava di aver trovato lacrime di sangue. Per il magistrato quelle lacrime erano invece frutto di un trucco, e al giudice è pronto a mostrare una consulenza tecnica secondo cui il sangue è stato collocato sotto agli occhi utilizzando una siringa.L’inchiesta è stata avviata per la prima volta nel 2010, quando la statua fu messa sotto sequestro. Gli accertamenti affidati al Ris di Parma rivelarono che quel liquido rosso comparso sulle gote del bambinello era sangue umano. «È del gruppo Ab, lo stesso di altri miracoli» scrisse in una lettera aperta il frate. Ma per gli inquirenti quel sangue non ha niente di soprannaturale. Al sacerdote sono contestati tre episodi. Il primo nell’ottobre del 2010, quando per la prima volta gridò al miracolo aprendo la stanza con il bambinello alle autorità civili e religiose, che poterono vedere sul viso della statua le macchie rosso vivo. Gli altri in occasioni delle festività natalizie degli anni successivi, quando la statua fu esposta in chiesa collocata in una teca e circondata dai fiori. Nel 2010 l’indagine partì subito e l’icona religiosa fu portata via, finché nel febbraio del 2011 il Tribunale del Riesame ne dispose il dissequestro ma vietò l’esposizione alla venerazione popolare. Fra Gigino non si scoraggiò, e ne mise in chiesa la fotografia, finché anche sulla statuina vennero meno i vincoli e potè tornare alla vista dei fedeli.

Anche se sulla natura del fenomeno la Chiesa non si è espressa, l’autorità religiosa non ha infatti messo veti sull’esposizione dell’effigie nel santuario in occasione delle ricorrenze. Per la Procura, però, quelle iniziative costituiscono un reato.

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