Forum delle Culture A 4 mesi dal via è tutto in alto mare

Sciolta un anno fa la Fondazione che doveva curare l’evento L’addio di Vecchioni e lo slittamento dell’inaugurazione

NAPOLI. A Barcellona fece oltre tre milioni di visitatori, a Napoli il Forum Universale delle Culture conta già milioni di debiti e qualche figuraccia. Prima ancora di cominciare. Evento benedetto dall’Unesco “per promuovere il dialogo interculturale e la conoscenza tra i popoli”, doveva trasformare il capoluogo campano in capitale mondiale della cultura dal 21 aprile al 21 luglio 2013. Dopo la prima edizione del 2004 nella città catalana e le successive che, ogni tre anni, hanno baciato Monterrey e Valparaiso, Napoli si aggiudica la piazza. Il 18 dicembre 2007 la notizia è accolta con il trionfalismo che precede una grande e irripetibile chance. Mostre, concerti, percorsi artistici, progetti di recupero del centro storico avrebbero contaminato il territorio estendendo le iniziative fino a Pompei e alla Reggia di Caserta. Del resto la “mission” precisa come i protagonisti non siano i singoli Stati ma i rappresentanti della società civile, i cittadini, in particolare i giovani. Un’opportunità per giovani e meno giovani affamati di progetti e idee in tempo di crisi.

Ma anche stavolta la società civile è rimasta fuori dai portoni, mentre dentro i palazzi si è giocata una contesa suicida. Il battesimo è infelice, nel settembre 2009 è istituita la Fondazione del Forum, soci fondatori Comune e Regione, nella sede dell’ex asilo Filangieri, che viene occupato da un collettivo di lavoratori, La Balena, e poi dichiarato inagibile. Dal 2007, nel frattempo tutto cambia perché il Forum resti immobile. Il presidente della Fondazione Nicola Oddati, salernitano d’origine con un’infanzia a Serre e una vita a sinistra, dal Pci al Pd, è un bassoliniano di ferro. Con l’arrivo di de Magistris è dimissionato e al suo posto entra Roberto Vecchioni. Sul cui compenso c’è una levata di scudi. Il cantautore lascia tra le polemiche. Mentre informazioni e programmazione sono un mistero a pochi mesi dall’evento. Sulla pagina on line della Fondazione si legge: “Stiamo predisponendo una nuova versione del nostro sito internet”.

La Fondazione è sciolta a maggio 2012. L’evento passa tutto nelle mani di de Magistris e Caldoro, che affidano a un commissario un trust per sbrogliare le grane. La prima: i crediti che il sindaco di Barcellona, presidente del Comitato che assegna l’evento, reclama da Napoli per la cessione del marchio.

A tre mesi dal Forum, intanto spostato a giugno, i cento milioni che furono assegnati dal governatore Bassolino son diventati 15. Per finanziare che cosa, è un rebus. Del Forum non si parla più. Sull’evento irrompe l’accusa: “Senza contenuti meglio rinunciare”. Ma de Magistris è sicuro: “Sarà un grande Forum”. Sul suo capo si ricorda la cenere cosparsa da Oddati dopo essere stato esautorato: «Volete sapere cosa abbiamo in comune io, de Magistris e Vecchioni? Siamo tre interisti sfegatati. E sono pronto a dimostrarlo». Apriti cielo nella città di Cavani, il sindaco smentisce: «Mio padre era tifoso dell’Inter, io simpatizzavo da bambino ma ho sempre tenuto per il Napoli». La politica la butta nel calcio. Ma per ora hanno perso tutti, con un clamoroso autogol.

Ferruccio Fabrizio

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