la mostra al Marte di cava

“Forme segrete” nelle installazioni di Silvia Venturi

CAVA DE’ TIRRENI. Sculture, installazioni e complessi plastici a parete caratterizzano la personale di Silvia Venturi “Forme segrete, materie leggere” che sarà inaugurata domani, alle 19, alla...

CAVA DE’ TIRRENI. Sculture, installazioni e complessi plastici a parete caratterizzano la personale di Silvia Venturi “Forme segrete, materie leggere” che sarà inaugurata domani, alle 19, alla mediateca “Marte” di corso Umberto I. La mostra - progettata e curata da Ada Patrizia Fiorillo, in collaborazione con Linda Gezzi e Maria Letizia Paiato - si articola in un singolare percorso, allestito al terzo piano della struttura polifunzionale. In esposizione sono opere di piccole e medie dimensioni, appartenenti a cicli e tempi diversi, che ben inquadrano la poetica dell’artista, interessata sia al valore della forma che alle potenzialità espressive della materia che la Venturi sceglie da un repertorio insolito.

Nel dettaglio l’artista bolognese ha posto al centro dello spazio espositivo una selezione di sculture di metallo saldato, forgiate tra il 2005 ed il 2006. Si tratta di corpi dalle strutture esili, giocati sull’assenza o, meglio, sul vuoto inteso come negativo di una forma che attraversa lo spazio disegnandolo. Abbinate a queste, per l’uso del metallo, sono i lavori a parete della serie “Senza titolo” (Corvi) del 2006 o le scatole del ciclo “Ruggini” del 2007. Nello specifico si tratta di oggetti che, nel primo caso, si combinano a materie diverse quali la cera e la fotografia, lasciando emergere effigi di volti assunti dalle pagine di vecchi album familiari o riportate a galla dall’inconscio. Nel secondo caso, invece, propongono contenitori di latta arrugginiti nei quali si annida un ricordo remoto. Ma l’artista pone anche attenzione al mistero della vita. Alla caducità dell’esistenza, del resto, fa riferimento la serie “Farfalle” realizzata, tra il 2006 ed il 2008, su bustine da tè dove sono impressi, a stampa, i tratti sbiaditi di volti dai corpi di farfalla. Si tratta di monotipi che Venturi ricompone in una grande installazione, leggera ed oscillante ad ogni minima variazione d’aria. «È la messa in scena - annota Ada Patrizia Fiorillo - di uno spazio vibrante e di una vitalità che porta con sé i segni della precarietà e dell’irrequietezza, tangibili nell’opera “Pelle” del 2009, realizzata con tessuto di nylon da collant che modella i tratti di un’ambigua forma organica». La mostra è visitabile da martedì a domenica, dalle 17 alle 20, e resterà aperta fino al 19 maggio.

Alfonsina Caputano

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