Forfait alla processione Questione di poltrone

De Luca indispettito perché ha trovato occupato il posto in cattedrale All’ufficio cerimoniale della Curia arcivescovile la questione è sfuggita di mano

Ieri, in città, non si è parlato d’altro. La notizia del sindaco De Luca, che per la prima volta dopo 19 anni non si è presentato alla processione di san Matteo, ha fatto davvero scalpore, mettendo in secondo piano il significato religioso della ricorrenza.

Nessuno ha creduto alla versione della “lieve indisposizione” fornita dal vice sindaco Eva Avossa, che ha sfilato al suo posto, con la fascia tricolore, dietro la statua del santo patrono. Neppure la tesi dell’assenza “tattica” per evitare eventuali contestazioni reggeva più di tanto nelle discussioni nei bar, negli uffici, e nei capannelli per strada. Il personaggio ha mostrato in più occasioni che non si lascia intimorire, andando a parlare direttamente con manifestanti e contestatori.

Molto più verosimile, invece, la versione che l’indisposizione sia stata generata dalla vicenda del posto a sedere in cattedrale, durante la messa officiata in mattinata dall’arcivescovo Moretti.

Il sindaco tiene molto alla forma, ritenendo che sia essa stessa sostanza. E il fatto che abbia trovato occupato il posto abitualmente a lui riservato lo ha indispettito molto, soprattutto perché vi ha trovato il rappresentante della Provincia, il quale ha “mantenuto la posizione” incurante della sollecitazione a spostarsi e lasciare il passo.

Il sindaco ha vissuto questo “incidente diplomatico” (così lo ha definito Fernando Zara) come una mancanza di rispetto nei suoi confronti e dell’istituzione che rappresentava.

Chi avrebbe dovuto evitare che ciò accadesse era il padrone di casa, l’arcivescovo Moretti. Non c’è dubbio, infatti, che la responsabile del cerimoniale (quest’anno era la stessa persona che svolge tale mansione pure per la Provincia) non ha tenuto in alcuna considerazione la suscettibilità del personaggio.

E se la politica si fa anche con i messaggi, non c’è alcun dubbio che quello lanciatovenerdì pomeriggio dal sindaco all’arcivescovo sia stato forte e chiaro. Ma Moretti, giunto a Salerno per mettere in ordine i conti della Curia, sa bene che in questa Diocesi non dovrebbe restare a lungo e dunque adotta altri criteri di valutazione rispetto al predecessore.

L’ indisposizione del sindaco De Luca veniva anche letta, dai più informati sulle vicende politiche cittadine, come un segno di nervosismo.

Siamo alla vigilia di importanti scadenze elettorali e in un contesto di crisi economica che limita di molto le possibilità operative dei Comuni. La sensazione è che i prossimi mesi saranno decisivi anche per Vincenzo De Luca che, rispetto al passato ha una maggiore visibilità nazionale, ma continua a restare confinato in un recinto politico che non va oltre Salerno. O riesce a salire sul treno adesso, capitalizzando per l’immediato, o anche prossimo futuro, la rendita di posizione che ha saputo costruirsi, oppure inevitabilmente si avvierà verso il declin. Da politico navigato, ammesso che abbia già deciso cosa fare, ancora non scopre le carte. Può darsi che attenda delle risposte, nel frattempo non se ne sta fermo ad aspettare: continua a proporre progetti per la città, ma trova il tempo per coltivare pure i rapporti politici. Ieri sera, passata “l’indisposizione” è intervenuto alla presentazione del libro di Ciriaco De Mita, che pare abbia letto proprio mentre nel centro della città si svolgeva la processione di San Matteo.

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