Fondovalle Calore, si riparte Il cantiere riapre dopo 5 anni 

La cerimonia questa mattina a Castelcivita col governatore De Luca e i presidenti Canfora e Cervino L’opera bloccata nel 2012 da un contenzioso tra Provincia e Soprintendenza. Critiche dal centrodestra

CASTELCIVITA. Riprendono i lavori per il completamento del primo stralcio della Fondovalle-Calore. Alle 10 di questa mattina, a Castelcivita, la cerimonia col presidente della Regione, Vincenzo De Luca; il presidente della Provincia, Giuseppe Canfora; il presidente della Comunità Montana degli Alburni, Donato Cervino. «Si tratta – spiega il vicepresidente della Provincia, Luca Cerretani – di un tratto i cui lavori si erano interrotti a causa di una battaglia legale tra Soprintendenza e Provincia, conclusasi a favore di quest’ultima. Adesso, grazie allo stanziamento dei fondi dalla Regione, i lavori possono ripartire».
«Il tratto finanziato – spiega il dirigente provinciale del settore Viabilità e Infrastrutture, Domenico Ranesi – riguarda i circa 4,2 km tra Mainardi (Aquara) e Castelcivita. Si tratta di alcuni viadotti, strutture da completare e collaudare». L’intervento è finanziato dalla Regione per un importo pari a 9,2 milioni mentre i tempi di intervento sono stati stimati in un anno. Per completare l’arteria, iniziata circa 15 anni fa, ultimati questi interventi, mancano all’appello altri due tratti: «in direzione Serre per un importo pari a ulteriori 15 milioni, già finanziati; quindi il collegamento tra Serre e Campagna, non finanziato, per quest’ultimo sono necessari altri 10 milioni». I lavori che saranno consegnati oggi collegano l’arteria alla viabilità provinciale esistente; una volta finita la Fondovalle invece collegherà Campagna a Serre e ad Aquara, quindi il Cilento interno con gli Alburni.
Critici i rappresentanti di FdI-An: «Circa due anni per riprendere i lavori della superstrada Fondovalle Calore, una delle opere pubbliche più importanti della provincia di Salerno, sono davvero tanti» dicono Nanni Marsicano, Ugo Tozzi e Imma Vietri.«I lavori – specificano - furono fermati per un ricorso della Sovrintendenza ma ormai da quasi due anni il Consiglio di Stato ha decretato che quello stop fu un errore. Perdere tutto questo tempo per riprendere i lavori è un ennesimo fallimento della Provincia targata Pd. Speriamo – concludono - che l’esito del cantiere non ci riservi altre sorprese».
I lavori furono fermati nel 2012, quando la Soprintendenza ritirò il nulla osta di dieci anni prima, sostenendo che quella autorizzazione era ormai scaduta e che una parte dell’opera già realizzata non ne aveva rispettato i limiti. Ne seguì una battaglia legale: le sentenze hanno stabilito che le difformità contestate dalla Soprintendenza riguardavano aspetti marginali, come il numero di piloni nella costruzione dei viadotti “Cannicelle” (quattro anziché sei) e “Alburno” (otto al posto di dieci), nonché di materiali in parte diversi da quelli autorizzati.
Andrea Passaro
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